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Bortoleto, da rookie in difficoltà alla P6 in Ungheria

La lenta, ma solida ascesa di Gabriel Bortoleto nella sua stagione da esordiente in F1: la soddisfazione di chiudere la prima parte di stagione con una buona base per l'autunno
Bortoleto, da rookie in difficoltà alla P6 in Ungheria
© Getty Images

Debora FigoliDebora Figoli

4 ago 2025

Dal ritiro in Australia al sesto posto in Ungheria: una scalata che vale molto più di mille parole. Perché Gabriel Bortoleto è arrivato in Formula 1 portandosi dietro un’etichetta pesante come un macigno: campione in F3 e F2 al primo colpo. Un predestinato, quindi. Uno di quelli da cui ci si aspetta tutto e subito. Ma la Formula 1, si sa, non fa sconti e ti divora, chiunque tu sia.

Dieci gare nell’ombra, senza rumore

Bortoleto è partito piano, in punta di piedi, a testa bassa. Ha tagliato il traguardo per dieci gare di fila nelle retrovie, lontano dai riflettori, mentre altri rookie si prendevano le luci della ribalta o venivano già messi in discussione. Nessuno strappo, nessuna impresa, solo un apprendistato silenzioso. Sembrava il copione di un talento forse sopravvalutato, o solo in ritardo sul programma. Poi, qualcosa è cambiato.

La risalita, lenta e costante, ha trovato la sua svolta a Budapest. Non è stato un podio né una vittoria, d'accordo. Ma è stato un sesto posto pesantissimo. Un sesto posto davanti a Max Verstappen. “Avere Max [Verstappen] dietro non è stato facile all'inizio della gara e tenerlo dietro è stato davvero difficile”, ha raccontato Bortoleto nel post gara.

La sfida (persa) con Alonso, il maestro

Davanti a lui ha chiuso Fernando Alonso, il suo manager e mentore, che non è esattamente il più semplice dei rivali: “È difficile batterlo, sa come giocare la partita, rallentare al momento giusto e spingere al momento giusto. Onestamente è stata una gara fantastica e sono contento di aver lottato con questi ragazzi in questo momento della mia carriera”, ha aggiunto il brasiliano.

Non ci sono trofei da esibire, nessuna bottiglia da stappare, ma resta la soddisfazione di aver firmato una gara che può valere più di tante medaglie. Un segnale forte e chiaro, per chi magari lo aveva già dimenticato o sottovalutato. Bortoleto va in vacanza con un sorriso grande e la sensazione, sempre più concreta, di star facendo le cose per bene

 

 

 

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