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Aston Martin, al GP Ungheria è andata... troppo bene: Alonso chiede più costanza

Nel miglior weekend del'anno la AMR25 ha sorpreso gli stessi tecnici: nel bene o nel male a Silverstone servono più certezze, mentre Alonso chiede più costanza di prestazione
Aston Martin, al GP Ungheria è andata... troppo bene: Alonso chiede più costanza
© Getty Images

Si può essere preoccupati per una bella prestazione? Sì, se non sai da dove arriva la prestazione. Fernando Alonso, dopo il Gran Premio d'Ungheria, non lo ha nascosto: "E' stata una bella sorpresa. Ma è anche una cosa preoccupante, perché non sappiamo il motivo", un concetto ripetuto in toto da Lance Stroll. Insomma, a Budapest la Aston Martin è come se avesse sorpreso se stessa.

Che Budapest potesse essere un circuito più adatto alla AMR25 rispetto a Spa, lo si poteva anche facilmente pensare. Ma che la "verdona" si accendesse così, proprio era difficile da immaginare. Ma come hanno fatto? Se lo sono chiesti in tanti, perché nello spazio di una settimana, sembrava essere rimasto uguale solo il colore: la Aston Martin del GP Ungheria era letteralmente irriconoscibile rispetto a quella che, appena una settimana prima, aveva fatto la comparsa tra le Ardenne. 

AMR25 bene in Ungheria, forse troppo

E' un ciclo tecnico, questo, in cui gli alti e bassi sono una costante. Perché a parte McLaren, tutti hanno problemi a dare continuità alle prestazioni, ed il motivo è duplice: da un lato queste F1 sono estremamente sensibili anche al più piccolo cambiamento, che può far guadagnare o perdere molta prestazione; dall'altro, in una griglia compatta come non mai, se sei imperfetto ti bastano pochi decimi per perdere un sacco di posizioni. Per cui, l'ottimizzazione del pacchetto è un imperativo, se si vuole stare tra i primi. E così, può succedere di vedere una Aston Martin disgraziatamente in ultima fila in Belgio e poi magicamente in terza fila all'Hungaroring, ad un decimo dalla pole position. 

In Belgio, era andato tutto male: la vettura di per sè soffre a livello di efficienza aerodinamica, in più nelle Ardenne il team aveva puntato su un assetto da bagnato che ha reso la vita impossibile ad Alonso e Stroll per quasi tutta la gara, eccezion fatta per quei pochi giri con le Intermedie. In Ungheria, invece, il tracciato tortuoso era indubbiamente più adatto alla AMR25, che predilige non solo certe caratteristiche della pista, ma che rende al meglio con i pacchetti da alto carico aerodinamico; tuttavia vederla così forte è stata una sorpresa anche per i diretti interessati. A tutto ciò, si aggiunge una condotta di gara perfetta: avendo solo un set di medie ed uno di hard ciascuno, sia Alonso che Stroll sono partiti consapevoli di dover fare una lunga gara di gestione, ed in questo sono stati bravissimi. E' anche il motivo per cui, nella prima parte di gara, lo spagnolo faceva da tappo a tutto il resto del gruppo dopo Norris: perché in Aston sono stati tra i pochissimi a scommettere sin dal via sulla singola sosta.

Alonso chiede più costanza

Se da un lato è stata una bella soddisfazione nonché un bel bottino di punti (16, miglior weekend dell'anno e balzo al 6° posto tra i Costruttori), dall'altro è ovvio che per i tecnici quella ungherese debba essere una prestazione da analizzare a fondo. Perché quando una macchina funziona in un modo che i tecnici non riescono a leggere, questo può portare a dei guai: perché quando poi succede il contrario (cioè, quando la macchina va troppo male e tu non capisci il perché), allora non sai come apportare correzioni. Ecco perché, in un senso o nell'altro, è fondamentale per un team tenere sotto controllo le prestazioni e capire esattamente come una macchina si comporta, anche nei suoi difetti.

Alonso, per la seconda parte dell'anno, vuole meno sorprese da questo punto di vista e dunque più costanza. E' tutto ciò che chiede: massimizzare le prestazioni sulle piste favorevoli, ma pure minimizzare i danni in quelle sfavorevoli. In altre parole, l'auspicio di Nando è semplice: sui circuiti propizi, vuole che il team raccolga il massimo dei punti disponibili (come a Budapest); su quelli più difficili per la AMR25, invece, vuole che, differentemente da Spa, la squadra sia in grado di trovare correttivi per essere più a ridosso della zona punti, per approfittarne in caso di guai altrui. Sarà questo, da qui in avanti, il campionato della Aston Martin, la quale proverà a riaprire anche il discorso del 5° posto in chiave Costruttori. La Williams, dopo Monaco, era a +40 sul team di Silverstone; ora invece la scuderia di Lawrence Stroll insegue a -18, dunque ha più che dimezzato lo svantaggio. Insomma, un obiettivo per questo 2025 c'è, ma senza pretese: la AMR25 è ormai a fine ciclo, tutti i pensieri sono rivolti alla macchina 2026. A quest'ultima, chiedere costanza non basterà più: le si chiederà di essere direttamente protagonista.

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