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WEC, 100 di queste gare: lunga vita al Mondiale Endurance!

25 set 2025
Non c'è molto da discutere: le scommesse o le vinci, o le perdi. Tredici anni fa, era il 2012, la scommessa dava vertigini e speranze: rilanciare, in via definitiva, il mondo dei Prototipi. Nuovo nome, nuove macchine, nuova formula: WEC, acronimo di World Endurance Championship, letteralmente "Campionato Mondiale di Resistenza".
La scommessa e poi il rilancio
Sono passati 13 anni e 99 gare, e la scommessa è stata indubbiamente vinta. Anche se prima di giungere ad una 14° stagione più che rigogliosa, il WEC ha dovuto affrontare i suoi momenti difficili: era partito forte, ma prima per l'avvento della Formula E (con costi infinitamente minori) e poi del Covid, nel giro di poco tempo il regno dei Prototipi si era ritrovato di nuovo in ginocchio. Si inventarono pure le stagioni contigue, ovvero la 2018-2019 e la 2019-2020, pur di respirare un po' e tirare a campare. Senza esagerazione, possiamo dire che il WEC fosse sul punto di morire, almeno nella forma che aveva. E allora, la nuova scommessa, il nuovo rilancio sul tavolo da poker: ma non era un bluff, anzi. FIA ed ACO avevano le idee chiare: macchine un po' più economiche ma pur sempre tecnologiche ed esteticamente accattivanti.
L'idea di una doppia strada per la classe regina, l'Hypercar, divisa tra LMH ed LMDh. Qualcosa in comune con le stupende LMP1, un ponte con l'IMSA per permettere che uno stesso progetto potesse correre in entrambe le categorie. Il resto, lo hanno fatto macchine bellissime, una competizione accattivante e gare spettacolari. Sì, c'è stato anche lo zampino del BoP, inutile fare gli ipocriti: un qualcosa contro lo spirito delle vere competizioni, ma elemento fondamentale per attrarre così tanti costruttori e riempire di fiori un giardino che si era fatto spoglio e col rischio di divenire arido per sempre. Un male necessario, dunque, anche se può suonare strano. Con l'augurio, magari, che una volta fatto il suo corso possa farsi da parte: ma questa, comunque, è un'altra faccenda.
Over its 99-race-long history, @FIAWEC has undergone constant evolution. Some things, like the class structure – highlighted by the introduction of the Hypercar ruleset, marking the beginning of the golden era we are fortunate to witness – have changed.
— FIA (@fia) September 24, 2025
Others, however, have… pic.twitter.com/OU0SEQJftI
Un format fuori dai nostri tempi, ma funziona!
Se oggi il WEC esplode di salute, se le tribune sono piene, in tv i tifosi stanno incollati per ore agli schermi senza far caso al tempo che scorre, si può dire che la sfida è stata vinta. In un mondo che vive di frenesia, in cui la soglia dell'attenzione è ai minimi storici e tutto deve essere consumato in fretta, sembra un paradosso che l'Endurance, con le sue gare di 6, 8 o 24 ore, stia vivendo un'epoca d'oro. Forse non è vero che i format che funzionano sono quelli brevi ma intensi: perché i fatti dicono che una corsa lunghissima, di ore, può essere più elettrizzante e molto più intensa di una mini gara in cui non succede nulla. Si parla di calendario in espansione, di costruttori che arriveranno, di un momento d'oro da sfruttare. Siamo in pieno Rinascimento, altroché.
Con lo spirito degli anni ruggenti
A pretendere il cerchio perfetto, sarebbe stato bello se la gara numero 100 del WEC fosse caduta in una Le Mans. Eppure, da un lato, è anche bello che cada in una terra come il Giappone, nella casa di colei che di queste 99 gare disputate sin qui ne ha vinte più di tutti: la Toyota. Sì, c'è stato un periodo in cui ha corso praticamente contro nessuno: però è rimasta, e magari se se ne fosse andata anche lei il WEC avrebbe visto davvero il crepuscolo. Se non è successo, è anche perché la Toyota ha continuato a crederci. Lei c'è dall'inizio, da quel 2012 in cui, con un progetto nuovo, cominciò a darsele con Audi e Porsche.
Audi non c'è più, Porsche se n'è prima andata e poi è tornata, sfidando la rivale di ieri, la Toyota, e la rivale dell'altro ieri, la Ferrari, il cui arrivo ha fatto deflagrare in via definitiva questa nuova epoca d'oro dell'Endurance. E poi Peugeot, Alpine, BMW, Aston Martin... arrivate tutte, sembra, per restare. No, non è un compleanno da poco: il WEC alla 6 Ore del Fuji 2025 taglierà il traguardo delle 100 gare, ma non le dimostra e, forse, non è mai stato così in salute da quando si è affacciato nelle corse all'inizio del decennio scorso. E' la Storia che porta avanti la Storia, quella dei Prototipi leggendari, quelli che sono una costola vitale delle corse. Con un nuovo nome, nuove macchine e tante cose diverse. Eppure, lo spirito è quello. Ed è la constatazione più bella che si possa fare.
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