Così Schumi cominciò a farci sognare

Il titolo conquistato a Suzuka l'8 ottobre del 2000 non rappresentava solo la fine della lunga astinenza dopo il trionfo di Scheckter nel 1979
Così Schumi cominciò a farci sognare
© Michael Schumacher

Stefano TamburiniStefano Tamburini

8 ott 2025

Sì, certo, anche nel corso della stagione 2000 c'era un velatissimo timore che i rivali della McLaren dipinta d'argento che tutti identificavano anche come Mercedes, quella di Mika Hakkinen, potesse compiere un miracolo di due vittorie nelle ultime due sfide rimaste e che le Rosse venissero risucchiate nel gorgo della sfiga. Ma era solo un residuo di prudenza, ancora oggi - oltre novemila giorni dopo - le sensazioni positive dell'epoca fanno da contraltare alla desolaizone della tristissima attualità. 

Sono passati 25 anni da quell'8 ottobre del 2000, quando l'alba fece rimablzare nelle nostre case il trionfo di Michael Schumacher sulla pista giapponese di Suzuka. Fu qualcosa di immenso, durante la gara e soprattutto dopo. E certo tutto questo non era inatteso, perché già sfiorato dopo una lunga rincorsa partendo da una situazione molto disastrosa. Quella della rifondazione partita ancor prima del 1996, stagione di debutto dal presidente Luca Cordero di Montezemolo quando c'erano già le basi per realizzare una monoposto vincente, con Jean Todt a capo di un team che poi potrà contare sulla parte indenne dai sospetti di rifornimenti truccati e motori gestiti irregolarmente dall'elettronica della ex Benetton dei primi due titoli di Schumi: Rory Byrne e Ross Brawnn, quelli bravi e lontani dai pasticci di Flavio Briatore. 

Leggi l'articolo completo sul numero 40 di Autosprint in edicola oppure clicca qui per accedere alla versione digitale.

(2/2).

Iscriviti alla newsletter

Le notizie più importanti, tutte le settimane, gratis nella tua mail

Premendo il tasto “Iscriviti ora” dichiaro di aver letto la nostra Privacy Policy e di accettare le Condizioni Generali di Utilizzo dei Siti e di Vendita.

Commenti

Loading