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9 set 2025
A caldo, prima di vedere la vicenda da una prospettiva diversa e condividere la decisione del muretto, dettata dal buon senso, Oscar Piastri via radio chiedeva al team se l’episodio del pit-stop andato male non rientrasse tra le casistiche possibili della corsa e, come tale, non dovesse esulare dall’intervento della “mano invisibile” del muretto che riequilibrasse l'accaduto.
Ecco, se Piastri, ragionandoci su, ha cambiato posizione accettando e condividendo la decisione del muretto McLaren a Monza - non senza aggiungere un “ne parleremo” - l’idea che dell’episodio si è fatta Bernie Ecclestone è molto diversa.
“Parlano continuamente di correttezza, è corretto che Piastri venga punito per un errore della squadra? No”, dice l’ex Supremo della F1 al giornale elvetico Blick.
“Lentamente c’è come l’impressione che McLaren preferisca un campione del mondo con il nome di Lando Norris”, prosegue Ecclestone, mancando tuttavia il punto di una squadra, la McLaren di Brown e Stella, lontanissima parente dei modi e logiche del team diretto da Dennis prima che quella McLaren tramontasse tra le grandi della Formula 1.
Un episodio di gara
È una McLaren con un volto e una percezione tra il pubblico completamente diversi da quella di squadra vincente e antipatica che caratterizzò la gestione Dennis. Merito a Brown di aver voltato pagina, aver costruito un'immagine della McLaren giovane, "simpatica" e, soprattutto, vincente. Insieme ad Andrea Stella di aver elaborato un progetto vincente che, per quanto strano possa apparire in un ambiente come la F1, abbia alla base dei principi di lealtà.
Tornando alla visione delle cose di Bernie Ecclestone, dice: “Errori come dei pit-stop andati male, problemi al motore, oppure, rotture delle sospensioni sono diventati sempre più rari ma fanno parte dello sport”.
Una componente che, nella domenica di Monza, poteva essere riequilibrata visto il vantaggio sugli avversari diretti, ristabilendo le posizioni precedenti al pit-stop. Evitando che, a pochi giri dal termine del GP, un episodio sfortunato, chiesto dal team per esigenze tattiche, andasse a stravolgere lo svolgimento di una gara e con i piloti non in lotta diretta. Potenzialmente un quadro che poteva lasciare scorie all'interno della squadra verso il finale di stagione.
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