Temi caldi
3 set 2025
Il futuro di Monza, quello nell’immediato e in un medio termine che si spinge fino al 2031, è assicurato. In calendario il GP d’Italia ha e avrà il suo spazio, garantito dalla firma di un accordo con la Formula 1 che ha sancito anche gli impegni a rinnovare le strutture del circuito e portare l’Autodromo agli standard richiesti dal moderno concetto di entertainment che la categoria vuole proporre ai tifosi.
Stefano Domenicali, in un incontro con la stampa italiana, al quale ha partecipato anche Autosprint, si è espresso sugli interventi necessari all'impianto monzese, che lo scorso anno ha concluso la risfaltatura del tracciato e realizzato lavori di ampliamento dei sottopassi di accesso.
“Diciamo che è in surplace, corre con ritmo da mezzofondista. L’Ungheria ha dato dimostrazione pratica di fare gli investimenti necessari in un anno. Se dietro c’è un Paese che crede all’opportunità offerta sotto l’aspetto del business, della visibilità, dei posti di lavoro, non ci sono scuse e le cose si possono fare.
In Italia siamo di fronte a una situazione in cui l’Automobil club ha la possibilità di investire su un unico Gran Premio. Non voglio tarpar le ali a Imola, però, è giusto dare priorità a quello che è necessario perché il GP d’Italia possa svolgersi in una struttura adeguata all’allure, al nome e alla storia che ha Monza.
Quando parliamo della realizzazione dei tunnel, vorrei anche vedere… Adesso serve dare la svolta necessaria che merita il pubblico e i fruitori che vivono il Gran Premio. Parleremo nei prossimi giorni e ci aspettiamo che le cose necessarie vengano fatte.
Spazi di manovra non ce ne sono più tanti, cresce la pressione di altri circuiti, anche in Europa e credo sia giusto che, in maniera molto trasparente e tranquilla, Monza reagisca come sa fare il nostro Paese. Serve partire e fare i lavori dall’8 di settembre, ci sono una marea di cose da fare e il contratto scade nel 2031. Vorrei portare avanti il GP d’ Italia presto ma con certe garanzie”.
La pressione di cui parla Domenicali ha nomi ben precisi, di Gran Premi che si sono candidati a riserva nel 2026, desiderosi di rientrare e una candidatura “inattesa”. Il volto che avrà il campionato nei prossimi anni contemplerà gare a rotazione, a partire dal GP del Belgio, al quale potrebbero affiancarsi altri Paesi.
“Abbiamo tantissimi GP con i quali abbiamo stipulato contratti importanti e scadenze molto lontane, per dare la possibilità di diluire gli investimenti che dovranno fare. Ci saranno altre novità che stiamo discutendo per un calendario con GP alternati, saranno uno o due GP. Ne abbiamo alcuni, come Barcellona che vuole tornare in uno slot alternato, c’è il Portogallo e c’è la Turchia tra i Paesi in Europa.
Nelle ultime settimane ha dato segnali di interesse anche Hockenheim. La cosa importante è che chi viene a questo tavolo abbia la forza economica e sappia che la situazione oggi è diversa rispetto al passato, non solo al livello di cosa serve per entrare nel Circus ma anche di quello che va investito.
Non dimentichiamoci che sulla sostenibilità stiamo spingendo moltissimo perché tutti i promotori possano essere pronti al 2030 sugli standard carbon neutral. Immaginate cosa voglia dire per eventi che hanno 450-500 mila persone cosa voglia dire in termini energetici e quello che c’è intorno. Sono temi sui quali lavoriamo seriamente e anche i promotori devono allinearsi.
Per Imola c’è una chance nel momento in cui l’Automobil Club capisce che serve un livello di investimento e investimenti in infrastrutture importante. Non voglio escludere Imola per vari motivi ma la realtà mi dice che la vedo un po’ difficile. Magari… sarei molto felice da italiano e imolese, figurarsi. Devo essere però pragmatico su questo tema”.
Di Imola, come del GP di Turchia, nei mesi scorsi si è discusso, in termini diversi, quali possibili gare di riserva, pronte nel caso in cui il GP di Spagna a Madrid non fosse possibile correre per ritardi nella realizzazione del circuito. Uno scenario limite, al quale la F1 deve comunque essere preparata. Domenicali ha rassicurato sull’evento nella capitale spagnola, commentando: “Sono messi abbastanza bene, hanno l’impegno che entro una certa data devono fare alcune cose e credo ce la faranno. Sono convinto che ce la faranno e la fortuna è che siamo in una posizione diversa rispetto al passato. Se non dovessero farcela (e non ci credo), in quel caso abbiamo una panchina che è lì e si sta scaldando, pronta a entrare. Sarà pronta Madrid”.
L’Europa manterrà un ruolo importante per la Formula 1, diverso dal passato, ridimensionato per necessità e con, di fatto, un terzo degli appuntamenti in calendario. L’espansione dello sport (e del business) in America e in altre aree del globo - con impegni faraonici per investimenti - ha riscritto la geografia del campionato.
In prospettiva, il mondiale è stato accostato più volte al Continente africano, con progetti sostenuti da Stati che vorrebbero ospitare una gara. Parlando delle intenzioni della Formula 1 in Africa, Domenicali ha spiegato: “È un tema di medio-lungo termine e il Rwanda è il più presente nella discussione. C’è una volontà molto forte, come già un progetto di circuito molto forte e stanno realizzando un nuovo aeroporto internazionale, importante.
Poi c’è un tema di infrastrutture collegate: vogliamo fare un passo in Africa ma deve essere strutturato e dobbiamo capire qual è la visibilità commerciale che può avere un Paese come questo, dal punto di vista di chi dovrà andare per tanti anni lì per vedere le gare.
Ci interessa il sostegno al progetto, non possiamo andare lì per dire di esserci andati, essere felici e avere l’anno successivo dei problemi. Dobbiamo avere garanzie infrastrutturali e, soprattutto, capire che si tratta di un mercato dove le persone vogliono andarci, i locali o che può essere un punto di attrazione turistica e sviluppo di business. Non possiamo correre il rischio di fare per un anno un GP straordinario e che poi le persone non ci vadano e non si possa correre.
C’è anche il Sudafrica con tanti interlocutori e ultimamente si è mosso il Marocco per discutere”.
Tanti scenari in evoluzione mentre su un aspetto, Domenicali, è chiaro in merito alle strategie possibili e cosa sia, invece, improbabile: un evento unico che metta insieme Formula 1 e MotoGP nello stesso week end.
“Siamo sempre sold out in F1, parto da quest’aspetto pratico. Dal punto di vista degli spazi e delle possibilità è molto difficile, esiste un tema di standard di sicurezza diversi, di sponsorizzazione sulla struttura, un tema tecnico sul cronometraggio. Ci sono tanti temi che mi portano a dire che un evento unico sia molto molto difficile”.
Liberty Media ha ricevuto di recente il via libera dalla Commissione europea in merito all’acquisizione del campionato di MotoGP, due categorie sulle quali Domenicali aggiunge: “Ora che facciamo parte della stessa famiglia possiamo condividere le nostre esperienze, in modo strutturato e sapendo che sono esperienze del motorsport complementari: l’una non toglie ossigeno all’altra. Non c’è una competizione interna ma la necessità di lavorare perché restino il massimo livello del motorsport”.
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