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Ferrari, dall'illusione alla delusione: a Budapest un'altra pagina nera di un 2025 deludente

Dopo una grande pole ed una bella prima parte di gara, Leclerc crolla: ufficialmente è stata colpa del telaio, ma restano in piedi altre teorie. La Rossa va in vacanza senza una gioia
Ferrari, dall'illusione alla delusione: a Budapest un'altra pagina nera di un 2025 deludente
© Getty Images

Il sabato, almeno, aveva prodotto una vibrazione, un qualcosa a cui aggrapparsi. C’erano due facce molto diverse della stessa medaglia, tra un Hamilton svuotato ed un Leclerc invece euforico. All’incirca 24 ore dopo, invece, anche Charles era una maschera di delusione.

Ufficialmente è il telaio, ma…

Si fa presto anche a fare la rima: illusione, delusione, frustrazione. L’illusione, quella durata all’incirca metà gara o poco più. E poi le altre due, mixate tra loro, ma ben presenti nell’animo di un Leclerc che domenica, dopo la gara, era anche più triste di Lewis. Perché se per Hammer poco o nulla ha funzionato nel weekend ungherese, per il monegasco le cose erano andate benone fino all’incirca il giro 40. E’ lì che poi qualcosa si è rotto, secondo la Ferrari non solo in senso metaforico: la Scuderia ha fornito come versione ufficiale quella della rottura del telaio, una spiegazione molto generica (può essere qualunque cosa che non sia motore o appendice aerodinamica), ma che essendo fornita come giustificazione ufficiale, va quantomeno presa per buona. Prenderla per buona, non significa comunque non poter riflettere su altro. Perché nella domenica di Budapest, indubbiamente, qualcosa di strano c’è stato. Un telaio che si rompe così, senza contatti ed in maniera quasi improvvisa, è un qualcosa che può verificarsi (difficile, ma possibile), e che imporrà analisi approfondite al controllo qualità.

Però, dicevamo, altre riflessioni sono logiche: in gara Leclerc ha parlato di “cuts”, di tagli nella potenza del motore, anche se mai in gara è andato incontro a grossi crolli nelle velocità di punta. Alla speed trap, pur avendo un assetto leggermente più scarico, è risultato tra i più lenti: non può essere un dato esaustivo, perché basta non avere la fortuna di prendere scia e DRS insieme nelle fasi di gara con meno benzina per ritrovarsi in fondo a questa graduatoria, anche in caso di assetto scarico. Le comunicazioni via radio sono rimaste enigmatiche, almeno per chi ascoltava: non c’è mai stata una richiesta specifica di “lift and coast”, mentre Leclerc parlava di “cose che ci siamo detti nel briefing” (al riguardo, Vasseur ha parlato di gestione dell’energia) e poi di aspetti sui quali avrebbe voluto essere interpellato, perché avrebbe potuto cercare di risolvere il problema “in maniera diversa”.

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