Ecclestone insiste con la pioggia

Ecclestone insiste con la pioggia

23 mar 2011

Chi pensava che l’idea di Bernie Ecclestone della pioggia artificiale nei gran premi di Formula 1 fosse soltanto una provocazione – termine col quale spesso si cerca di giustificare una corbelleria – si deve ricredere. L’ottantenne Ecclestone fa sul serio. E c’è il rischio che possa spuntarla. Ecco che cosa ha detto alla rete televisiva britannica BBC martedì 22 marzo: “Non c’è alcun motivo che ci impedisca di utilizzare la pioggia artificiale nelle gare di Formula 1. I gran premi che si disputano su pista bagnata sono i più spettacolari. La mia non è un’idea pazza. La pioggia artificiale dovrebbe essere una situazione imprevedibile, non comunicata cioè alle squadre prima del via. La suspance sarebbe assicurata”.  La pioggia artificiale piace, paradossalmente, alla Pirelli.

L’insistenza con la quale Ecclestone continua nella sua strampalata proposta merita, ahimè, un paio di considerazioni. La prima: la pioggia aumenta indubbiamente il pericolo, e di parecchio. Tanto che in America le corse non iniziano se piove e sono sospese se comincia a cadere acqua dal cielo. La seconda: perchè allora, per aumentare lo spettacolo, non spargere anche chiodi lungo la pista? E, naturalmente, senza preavviso. Oppure stendere delle belle chiazze d’olio? Che, magari, potrebbero anche essere sponsorizzate dai produttori di lubrificanti.

Ricordiamo, infine, che nel 2008 i piloti di Formula 1 chiesero al delegato Fia Charlie Whiting, tramite il loro portavoce David Coulthard, maggiore impegno da parte della Federazione Internazionale in caso di pioggia, per evitare appunto di disputare gare in condizioni pericolose.

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