Kubica: l'amore per l'Italia, e la sfida in casa con la #51. E sul 2026 è tutto aperto

Lorenzo Lucidi
Pubblicato il 29 ottobre 2025, 17:10
Quella di Robert Kubica è una vita che sembra uscita da un film: nato a Cracovia 41 anni fa, si è spostato in Italia da giovanissimo per proseguire la sua carriera da pilota nei campionati kart. Da lì il passaggio alle monoposto e, nel 2006, il debutto in Formula 1. Subito velocissimo, Robert ottiene un podio già nella sua stagione d’esordio e nel 2008 vince il GP del Canada al volante della BMW Sauber. Nel 2010 il passaggio a Renault e le prime trattative con Ferrari, bruscamente interrotte dall’incidente nel Rally di Andora all’inizio del 2011. Una battuta d’arresto che sarebbe stata definitiva per molte carriere, ma non per quella di Kubica, che dopo la riabilitazione è subito tornato al volante riuscendo, nel 2019, a competere un’intera stagione di Formula 1 con la Williams. Poi il passaggio all’Endurance e, pochi mesi fa, la vittoria alla 24 Ore di Le Mans con la Ferrari 499P di AF Corse.
Kubica: le emozioni di Le Mans e la lotta per il Mondiale
Accolto come una star alle Finali Mondiali del Mugello, Kubica ha raccontato le emozioni provate percorrendo gli ultimi giri prima del traguardo che lo avrebbe consacrato tra i vincitori della classica francese: “Essendo dietro al volante è stato più semplice sul lato emotivo perché sei concentrato, non c’è spazio per le emozioni anche se sei ben consapevole di quello che sta accadendo – ha spiegato il polacco – Dopo la gara ci sono state tante cose, quindi non ho avuto molto tempo per me stesso. Mi ricordo bene che volevo andare a mangiare, ma anche stare qualche minuto da solo per metabolizzare”.
Una 24 Ore di Le Mans che, al di là del risultato, ha consegnato all’equipaggio della #83 il più importante bottino di punti della stagione, rendendo il trio Kubica-Hanson-Ye un serio contendente per la vittoria del Mondiale Piloti. Al momento la classifica vede in testa l’equipaggio della Ferrari #51 con 115 punti, quello della Ferrari #83 al secondo posto con 102 e quello della Porsche #6 al terzo con 94 ma ancora in lizza per il Titolo.
“Tredici punti sono parecchi da recuperare – ha spiegato Kubica – e la verità è che il distacco è stabile già da qualche mese. Abbiamo avuto qualche occasione di cui non abbiamo approfittato, ma è vero anche che in Bahrain è una gara di 8 ore che viene premiata con il 50% di punti in più. Dobbiamo concentrarci su noi stessi e cercare di sfruttare le opportunità”.
Poi il nodo riguardante il futuro: il pilota polacco non ha ancora deciso cosa fare la prossima stagione: “Riguardo il 2026 ci ho pensato, però non ho ben chiaro cosa farò, sono concentrato sul finire l’anno”.
Che amore per l'Italia
Durante l’incontro con la stampa al Mugello non è mancata l’occasione per parlare del rapporto di Kubica con il nostro Paese. Robert ha trascorso qui una parte significativa della sua vita, e non a caso parla un perfetto italiano. Diventare pilota Ferrari, seppure di un team non ufficiale, non ha fatto altro che alimentare questo legame.
“Penso che l’affetto degli italiani venga da tanto tempo indietro – ha detto Kubica – tanti non sapevano nemmeno fossi polacco e pensavano fossi italiano. Ho avuto la fortiuna di venire qui a crescere come pilota ma anche come ragazzo. Sono venuto qui molto presto e l’Italia mi ha dato molto sia come lavoro che dal lato umano. Penso di essere stato fortunato a finire in questo Paese. Correre con una Ferrari alimenta questo tifo, ma percepisco cose positive, non vedo rivalità (qui il riferimento è al confronto in classifica con la Ferrari ufficiale di Pier Guidi-Calado-Giovinazzi, n.d.r.). E vincere Le Mans con la Ferrari è stata una ciliegina sulla torta”.
Kubica non ha poi mancato di dare esempio del suo classico humour, commentando la pioggia che ha accompagnato quasi incessantemente queste Finali Mondiali: “Peccato per il meteo, ma non siamo fatti di zucchero, anche se ci bagniamo non ci scioglieremo...”
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