Vettel, il pilota che non si ripete

Vettel, il pilota che non si ripete

Pubblicato il 9 ottobre 2011, 10:36

Gli è bastato il terzo posto per vincere il mondale matematicamente a quattro gare dalla fine, ma Sebastian Vettel oggi a Suzuka voleva vincere. Ci ha provato in tutti i modi, prima chiudendo Button al via e spingendolo verso il prato, poi attaccando disperatamente Alonso. Finché dalla radio gli hanno ricordato di non fare fesserie e non rischiare incidenti. 
«È difficile esprimere quello che provo - dice Vettel - Oggi non è stata una gara facile, non eravamo veloci con le soft come pensavamo di essere, la macchina era valida ma è stato difficile superare Alonso. Ho fatto il mio sorpasso dell’anno su di lui a Monza con un certo rischio e sapevo che qui non mi avrebbe fatto passare una seconda volta».

Vettel poi vuole un po’ spezzare il mito della superiorità assoluta della Red Bull«Oggi abbiamo visto che le macchine sono tutte vicine fra loro: le prime quattro sono arrivate separate di meno di 10” (Webber, quarto è giunto a 8” da Button, ndr). Incredibile sapere che siamo così vicini fra noi e siamo riusciti a farcela. Quest’anno siamo stati comunque davanti noi, grazie anche al fatto che le persone del nostro team hanno fatto più del 100% del loro lavoro, non ci sono segreti particolari ma un approccio passo dopo passo».

Una delle spiegazioni di questo trionfo di Vettel è il fatto che è riuscito a partire dalla pole grazie a un miracolo dei meccanici: gli hanno ricostruito in fabbrica in poche ore l’ala speciale danneggiata venerdi che è venuta pronta sabato mattina, trasportata con una staffetta fra aerei e elicotteri. Vettel lo sa e omaggia il team: «Abbiamo in squadra tante persone che hanno contribuito al successo, lavorando tutta la settimana per costruire e riparare la mia macchina, abbiamo avuto un’opposizione molto forte ma è una persona che voglio ringraziare in particolare per il lavoro di tutta la stagione: Parmakowski, il mio preparatore finlandese, perché é quello con cui passo piu tempo di tutti, ed è lui che mi ha consentito di non perdere la concentrazione nella stagione. La cosa più difficile è stata vincere dopo aver già vinto, ripetersi anche se uno sa come farlo è ancora più dura. Da solo non ce l’avrei mai fatta, il sostegno è anche di Webber e di tutta la squadra. Sono confuso come quando ho vinto il primo titolo...».

Ma il complimento più bello per Vettel viene da Adrian Newey, l’uomo che gli ha disegnato la RB7: «Sebastian è come una spugna: si guarda in giro, apprende, fa degli errori come tutti, ma non ripete mai due volte lo stesso errore. È giovane ma pensa molto. È incredibilmente maturo per quanto è giovane. È incredibile quanto abbia appreso della F.1 in pochi anni».


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