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Diamanti Grezzi: l'Olanda dei 5 rookie

Zandvoort cruciale per i rookies: primo podio per Hadjar, errori per Antonelli, rimonta Bearman e solidità Colapinto

Diamanti Grezzi: l'Olanda dei 5 rookie
© Mercedes/Alpine/RB/Sauber/Haas

Ilaria Toscano & Debora FigoliIlaria Toscano & Debora Figoli

1 set 2025 (Aggiornato il 2 set 2025 alle 10:18)

Il weekend di Zandvoort ha rappresentato una tappa cruciale per i rookies, arrivati a metà stagione con l’esigenza di confermare di meritare il tanto ambito sedile in Formula 1. Tra prestazioni sopra le aspettative e gare chiuse fuori dalla zona punti, non sono mancati i colpi di scena. E, soprattutto, c’è stato spazio per celebrare un traguardo speciale: il primo podio in carriera nella massima categoria.
Vediamo allora come si sono comportati i debuttanti sul circuito olandese.

Hadjar, dal battesimo difficile alla consacrazione

Dall’abbraccio del padre del suo idolo alle parole tutt’altro che lusinghiere di Helmut Marko, l’inizio di stagione da esordiente di Isack Hadjar non era partito sotto le migliori stelle. Eppure, dopo quindici gare, il francese ha mostrato con i fatti che di “imbarazzante”, per usare l’espressione di Marko, c’è ben poco. È infatti l’unico pilota ad aver sempre centrato la Q2, guidando il proprio team verso una stagione da incorniciare. Miglior rookie del 2025 in un contesto di altissima competitività, Hadjar ha trovato il suo momento più brillante in Olanda, teatro del primo podio in carriera. È stato il primo debuttante del team satellite Red Bull a raggiungere questo traguardo nell’anno di esordio, un segnale forte che potrebbe spianargli la strada verso il sedile “blu scuro” nel 2026. Forse è presto per dirlo con certezza, ma una cosa è chiara: questa nuova generazione, incarnata da Hadjar, non ha nulla da invidiare ai big già affermati.

Disastro Antonelli, ma Kimi di distingue

Il GP di Zandvoort è stato l’ennesima conferma che il talento di Kimi Antonelli è dirompente, ma ancora grezzo. L’aggressività che lo ha reso il predestinato della Mercedes si è trasformata in un’arma a doppio taglio: il sorpasso su Leclerc si è infatti rivelato un azzardo troppo ottimistico, il passo falso di un "giovane favoloso" che però non conosce ancora il compromesso. Il risultato è un incidente che gli ha rovinato la gara e acceso polemiche. È normale: a 19 anni, con il peso di un sedile Mercedes sulle spalle, non si può pretendere la maturità di un veterano. Eppure la sensazione è che, una volta limati questi eccessi, Antonelli diventerà uno di quei piloti capaci di spostare gli equilibri. Zandvoort gli ricorda che il talento puro non basta: serve disciplina, gestione e la capacità di pensare in prospettiva. Episodi come questo spesso rappresentano il prezzo da pagare per diventare grande. Nonostante il weekend deludente Kimi non rinuncia a dimostrare di essere leale: il giovane bolognese ha infatti chiesto scusa al collega della Ferrari con un post sui social.

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