Temi caldi
5 set 2025
A rincorrere un tema e "problema" più ampio che non relativo alla Formula 1, paradossalmente si dovrebbe finire col correre Gran Premi da un quarto d’ora e possibilmente ultra-concentrati di azione per avere tutta la soglia di attenzione del pubblico. Soprattutto, delle fasce più giovani.
Chiaro, è una provocazione. Un estremo del concetto di Gran Premi considerati oggi, forse, troppo lunghi per catalizzare tutta l’attenzione del nuovo pubblico che in massa si è riversato negli ultimi anni sulla Formula 1. Gli highlights vanno forte sui social, in 8 minuti riassumono il meglio di una gara mediamente da 90 minuti, estraendo gli episodi principali. Spesso, però, manca il contesto, il "come" sia nato l'episodio. Una sintesi buona per un pubblico estremamente generalista o, al più, una soluzione d’emergenza per gli appassionati più esigenti, qualora si fossero persi (evento raro) la gara in diretta.
A Monza i piloti hanno commentato quello che Stefano Domenicali, in un incontro con la stampa italiana, ha indicato come un possibile dettaglio sul quale intervenire in futuro. Rivedere il format del Gran Premi, con sempre più gare Sprint e, magari, pensare ad accorciare la distanza di gara.
“Quando accadrà io sarò davanti alla televisione, quindi non saprei. Non penso si tratti di un problema dello sport, pertanto non serve cambiare. Stefano sa, però, meglio di chiunque e se pensa sia ciò che serve, siamo in buone mani su queste decisioni”, ha commentato Fernando Alonso.
Se le metriche disponibili oggi con i canali social sul target di pubblico, la durata dell’attenzione sulle varie fasi di gara, fossero state presenti anche solo 20 anni fa, probabilmente ne sarebbe venuto fuori un quadro ancora più critico, proponendo una certa Formula 1 al nuovo pubblico che fruisce oggi dello sport.
Alonso, con un parallelo tra corse e pallone, ha aggiunto: “Le partite di calcio sono un po’ lunghe e quando le seguo in televisione non guardo tutti i 90 minuti con la stessa attenzione.
Vado in cucina, poi torno, voglio dire che ci sono sempre dei momenti di distrazione. Però, nessuno parla di partite da 60 minuti o cose del genere. È un problema della società e dei ragazzi, non dello sport. Per questo non serve probabilmente cambiare”.
Contestabile anche l’idea che gare accorciate possano concentrare l’azione nel minor tempo e giri disponibili. Le gare Sprint hanno dimostrato plasticamente che così non è, anzi, si elimina il tempo necessario a costruire strategie, tattiche, sviluppare episodi.
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