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4 set 2025
Monza un anno dopo, per Kimi Antonelli, arriva con alle spalle una stagione che, paradossalmente, lo ha visto brillare sulle piste meno conosciute e nei primissimi round dell’esperienza in Formula 1. Imboccata la strada europea del mondiale, da Imola in poi, tante difficoltà. Il feeling con il retrotreno della W16, passata da sperimentazioni sulla geometria della sospensione posteriore, è stato uno dei fattori di un rendimento meno esaltante dell’avvio di stagione.
Un podio all’attivo, il primo, in Canada. Resta il momento più bello finora. L’errore di Zandvoort, in bagarre con Leclerc, è stato un incidente frutto di un’aggressività in pista doverosa e difesa da Toto Wolff.
“Sono successe tante cose, ho bei ricordi e altri molto negativi”, dice Kimi della Monza di un anno fa, quando esordì nelle libere 1 ma concluse nella ghiaia della Parabolica l’esperienza. “E’ un circuito speciale e sarà un week end molto speciale. Tutto è iniziato qui con l’annuncio e per questo sarà particolarmente speciale. Da allora è stato un periodo intenso e finora credo sia andata piuttosto bene”, il bilancio del pilota di Bologna.
Monza è la seconda gara di casa e giura di aver imparato a gestire energie e disattenzioni correlate a quel che, inevitabilmente, gira intorno al Gran Premio d’Italia per un pilota italiano. “Sono più preparato e so cosa aspettarmi, come devo muovermi e comportarmi nel corso del week end per dare il 100% ogni volta che salgo in macchina.
Quando ho detto che mi sarei fatto trovare più pronto, alla prima gara di casa c’erano tante cose che accadevano anche fuori dalla pista e molte non le ho gestite al meglio. Saprò molto meglio come comportarmi, penso che sarà l’aspetto principale: gestire le energie al meglio durante il week end. La cosa più importante è arrivare a domenica con più energia possibile, mentre a Imola ero molto, molto stanco già al sabato. Ho imparato molto e non penso si ripeterà”.
Poi c’è l’attesa sul risultato, una prestazione solida che è necessaria per Antonelli, soprattutto in qualifica per costruire gare non di rincorsa, dalle retrovie.
“Difficile dire dove mi aspetto di essere, le macchine si stanno avvicinando sempre più. L’anno scorso, se guardiamo ai risultati della qualifica, eravamo piuttosto in alto e questa è stata la tendenza verificata quest’anno: dove andammo forte ci siamo ripetuti”. Monza in alcune caratteristiche della tracciatura ha punti di contatto con Montreal, dove Russell e Antonelli finirono sul podio.
Ma anche differenze sostanziali: “Qui c’è molto meno carico, le prime chicane richiedono frenate molto forti e poi c’è una curva lenta. Ci sono curve come Ascari e Parabolica veloci, è simile per certi versi a Montreal ma la seconda parte del giro è diversa. Speriamo di tornare a quei risultati, anche perché siamo tornati alla vecchia sospensione che ci ha dato più fiducia”. Più che pensare all’obiettivo, al risultato finale, Antonelli sposta il focus sulla concentrazione personale: “Devo concentrarmi su me stesso e quello che devo fare. È molto semplice perdersi se ci si concentra troppo sul risultato finale. Penso sia meglio, anche se le cose ultimamente non sono andate molto bene, concentrarsi sulla cose da fare e aiutare il team a trovare il giusto bilanciamento. Devo concentrarmi su me stesso e fare al meglio ogni singolo dettaglio”.
Infine, un passaggio sulle prospettive che Stefano Domenicali ha immaginato per la Formula 1 dei prossimi anni, con un maggior numero di gare Sprint e la possibilità di rivedere il format del Gran Premio e accorciare un po’ la durata.
“Personalmente trovo i week end Sprint divertenti, devi essere pronto da subito, c’è tanta attività. Quanto alle gare più corte, non penso funzionerebbero davvero”, dice Kimi. “Già ora facciamo strategie su una sola sosta, dovrebbero applicare tante più regole, a livello di pit-stop e via dicendo, per una gara più corta. Penso anche che in una GP più lungo ci sia più tempo per costruire tua gara”.
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