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In un GP in cui era bene in partita, Antonelli ho toccato Leclerc in fase d'attacco, causando il ritiro del monegasco. in più l'overspeed in pit lane ha portato, in tutto, a due time panalty
Alessandro Gargantini
4 set 2025
ZANDVOORT - «Errore mio, chiedo scusa a Charles Leclerc e alla Ferrari». Kimi Antonelli non si nasconde. «Sono stato io a causare il contat-to». Il momento è difficile per l’italiano della Mercedes. Ma cerca di guardare avanti. Monza, dove tutto ebbe inizio per Andrea Kimi Antonelli. Il 19enne bolognese ha fatto il punto sulla stagione finora disputata, ha parlato del suo adattamento alla Mercedes W17 e raccontato con quali emozioni si avvicina alla seconda corsa di casa dell’anno.
- Ad un anno dal debutto a Monza si chiude un cerchio e se ne apre un altro?
«Si chiuderà un capitolo della mia carriera e se ne aprirà uno nuovo. Sarà bello tornare dove tutto ebbe inizio, anche se non nel migliore dei modi (uscì di pista alla Parabolica n.d.r.). Sarà un fine settimana speciale, non vedo l’ora di correre davanti al pubblico di casa».
- Le vacanze sono terminate con l’impegnativo appuntamento di Zandvoort. Le sono state utili?
«Sì, anche se nelle ultime settimane ho spinto con la preparazione. Il mio obiettivo era di riguadagnare un po’ di peso che ho perso durante la prima parte di stagione. È normale perdere peso nel corso della stagione perché quando si è impegnati con tanti GP di fila non si riesce ad allenarsi come prima dell’inizio del campionato. Al termine di ogni week-end di gara si perdono quasi due chili ed è impossibile recuperarli ogni volta. Era importante recuperare un po’ di forma fisica».
- Sembra che lei abbia ritrovato maggiore feeling al volante con il ritorno alla sospensione vecchia avvenuto a Budapest. Quali sono le ragioni?
«Credo che la macchina resterà la stessa fino alla fine dell’anno. Porteremo qualche aggiornamento, ma poca roba. Per quel che concerne la sospensione, non dovrebbero esserci altre novità. Questo è positivo perché mi aiuterà a ricostruire un po’ quella fiducia e quella confidenza che con la sospensione nuova avevo un po’ perso».
- Quali sono le sue priorità ora?
«Come dicevo, voglio ritrovare la conidenza con la macchina e la costanza nei risultati. Nei giorni di pausa ho fatto il bilancio della prima parte del campionato. Nelle prime sei corse ho costruito un buon feeling con la mia monoposto, la mia conoscenza della macchina è cresciuta e ne ho compreso sempre meglio il comportamento. Ho fatto dei passi avanti continui. In Canada la sospensione nuova ha funzionato bene perché ben si sposava con le caratteristiche specifiche di Montreal. Nelle corse successive, invece, ho faticato ed ho fatto dei passi indietro. A Budapest, con il ritorno alla versione della sospensione precedente, le cose sono subito andate meglio. Il mio stile di guida mi ha creato problemi di adattamento alla nuova sospensione, mentre il mio team mate si è adeguato meglio. Io chiedo molto alla macchina ed ho avuto problemi di instabilità che mi hanno costretto a rincorrere un modo diverso di guidare, diverso dal mio. Nel futuro, se capiterà nuovamente una situazione simile, dovremo creare le condizioni per avere un adattamento più lineare».
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