Austin, il sabato della Ferrari: opportunismo nella sprint, sorpresa in qualifica

Buona reazione della Rossa dopo un venerdì difficile: nella sprint sfrutta gli episodi ed in qualifica compie progressi. Per il podio c'è forse una piccola possibilità, ma Leclerc non smette di guardare in alto
Austin, il sabato della Ferrari: opportunismo nella sprint, sorpresa in qualifica
© Pirelli

Una Ferrari dalle tante facce, come ammettono i piloti stessi. Se la Rossa in pista, per dirla alla Leclerc, ha "troppe oscillazioni", ovvero è troppo altalenante nelle prestazioni, almeno sa essere mutevole anche in senso generale: pessima venerdì, opportunista nella sprint, sorprendente (relativamente parlando) in qualifica.

Non è la Ferrari camaleontica che si aspetterebbe i tifosi, che di certo gradirebbero di più di un 3° e 5° posto nelle qualifiche del Gran Premio degli Stati Uniti, risultato peraltro tutto da confermare in gara, dove si assegnano i punti. Eppure, qualcosa di buono ad Austin si è visto, quantomeno nella reazione: dopo un venerdì difficile, il Cavallino Rampante chiude con un mezzo sorriso sulla faccia il sabato texano. Intendiamoci, niente di trascendentale: ma questo è ciò che passa Maranello. Perché prima dell'inizio delle qualifiche, in pochi avrebbero puntato su una Rossa capace di sfiorare la prima fila e piazzare due auto in top 5.

La sprint come un test

Il patatrac di curva 1 nella sprint, dal quale Hamilton e Leclerc sono usciti indenni nonostante un piccolo rischio tra loro, ha spianato alla Rossa le porte per un risultato oltre le aspettative: parliamo solamente di un 4° e 5° posto, eppure la Rossa è stata quella capace di portare a casa più punti nella mini gara, con 9 punti totali (10 per Red Bull, 7 per Mercedes), a riprova di aver sfruttato l'opportunità concessa dalle circostanze. Ma non è stato il risultato il vero lato positivo della sprint: il lato positivo sono state le indicazioni arrivate dalla macchina, chiare e mirate. Hamilton non aveva dubbi nel parlare dei difetti, ovvero "surriscaldamento delle gomme" e "sottosterzo", mentre Leclerc non ha nascosto di aver sfruttato la sprint come una sorta di test, sperimentando con i settaggi del volante. Entrambi i piloti, oltre che ad avere chiaro ciò che era mancato nella prima parte del fine settimana, dopo la sprint si professavano fiduciosi.

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