GP Azerbaijan, l'anteprima: primo match point McLaren, ma Verstappen ci crede

A Baku ultima volta in pista per la C6 e primo match point nel Costruttori per la McLaren; tuttavia Verstappen e Red Bull non partono battuti, mentre Ferrari spera nelle doti di Leclerc
GP Azerbaijan, l'anteprima: primo match point McLaren, ma Verstappen ci crede
© Getty Images

Cosa chiedere, a quest'annata? Qualche richiesta sensata c'è: che ci sia un Max Verstappen "arbitro" di questo mondiale, che ci sia una battaglia sana ma magari un po' più accesa in pista tra Lando Norris ed Oscar Piastri, che ci sia, magari, anche una Ferrari in grado di inserirsi un po' più spesso davanti, senza puntualmente deludere le aspettative. Anche le sue.

Primo match point per la McLaren

Potremmo pure azzardare un Andrea Kimi Antonelli a suo modo protagonista come in avvio di stagione, ma calma e gesso. Già le prime tre voci, quelle che ci accompagnano al Gran Premio d'Azerbaijan e con esso all'ultimo terzo di stagione (16 GP alle spalle su 24), potrebbero mettere pepe ad un campionato che, a metà settembre, alla voce "titolo Costruttori", registra già il primo match point dell'anno per la McLaren: questo dà la misura della superiorità delle MCL39, protagoniste di ben 12 vittorie in 16 GP. Vincere lo vinceranno di sicuro, è ovvio: ma la tempistica, quella sì, sarà un qualcosa di interessante. 

Per riuscirci, McLaren deve guadagnare almeno 9 punti sulla Ferrari e perderne, da Mercedes e Red Bull, rispettivamente non più di 11 e 32. Una matematica fattibile, sebbene a Baku la McLaren possa andare di nuovo incontro non alla miglior pista per le sue caratteristiche: non è esattamente Monza, perché magari qualcosa sul fronte della gestione delle gomme cambierà, ma mancheranno ancora quelle curve da media velocità che sono il pane della superiorità delle MCL39. Non significa, ovviamente, che le McLaren saranno in difficoltà: significa che forse avranno meno margine sulla concorrenza, a cominciare da Verstappen. Di sicuro, aiuterà la costanza del carico sulle MCL39: Baku è la Città dei Venti e le raffiche possono disturbare le auto; in questo le monoposto inglesi hanno un vantaggio, perché sono le meno sensibili a questa variabile.

Max e la Red Bull ci credono

Max Verstappen e la Red Bull, dopo Monza, ci credono e fanno bene a farlo. Baku, come detto, non sarà Monza, perché la gestione delle gomme sarà differente e magari la McLaren avrà più modo di fare la differenza nella gestione delle coperture, ma il pacchetto a basso carico introdotto sulla RB21 potrà essere forte anche in Azerbaijan. Max e la sua squadra hanno poco da perdere: la posizione nel Costruttori a Milton Keynes la guardano relativamente e pure a Max, a titolo perso, la posizione nel Piloti interessa poco o nulla: preferiscono entrambi vincere più gare possibili senza badare troppo alla classifica. Monza è parsa un'inversione di tendenza per la matassa tecnica che aveva imbrigliato gli ingegneri di Milton Keynes e, sfruttando certe caratteristiche della macchina, vanno sul Mar Caspio per fare di nuovo bene.

Critico sarà il lavoro sul "ride", sulla capacità della RB21 di assorbire i dossi: questo sarà forse il fattore di differenza principale rispetto alla tappa italiana, un qualcosa che sarà di fondamentale importanza per il team anglo-austriaco. È forse questo il più grande punto interrogativo della trasferta azera per la Red Bull: il pacchetto aerodinamico può funzionare, ma la meccanica conta moltissimo a Baku e non è un punto forte della RB21. Quindi fanno bene a crederci, ma nella consapevolezza che ci sarà un tema tecnico molto importante da affrontare.

Baku adatta a Leclerc, ma alla Ferrari?

Dopo la delusione di Monza, ci si è chiesti dove la Ferrari possa sperare di cogliere quello che sarebbe il primo successo stagionale. Leclerc, a domanda precisa, ha risposto elencando Baku, Singapore o Las Vegas, tutti circuiti cittadini. Piste indubbiamente adatte al suo stile di guida, capace di esaltarsi tra i muretti: ma per la Ferrari? Per la SF-25, non è detto che siano così adatti come lo sono allo stile di guida del monegasco.

Sicuramente, un circuito cittadino (per quanto veloce, come nel caso di Baku o Las Vegas) aumenta la percentuale di possibilità di sorprese e opportunità in gara, ma sul fronte tecnico pone anche delle complicazioni che per una macchina deficitaria come la Rossa 2025 possono essere non facili da risolvere. Là si torna: trazione e frenata saranno aree fondamentali per la prestazione, e ci sarà da lavorare di fino sull'assetto per mettere nelle mani di Leclerc ed Hamilton una macchina in grado di stare tra i primi. Aspetto che, con la SF-25, non è mai troppo scontato.

C6 all'opera per l'ultima volta

Abbiamo detto in precedenza che il tema della gestione delle gomme potrebbe essere più spinto, anche perché in Azerbaijan vedremo all'opera, per la quarta ed ultima volta in stagione, la mescola più morbida della gamma, la C6. Con essa, andranno in pista la C5 e la C4: va da sé che una sfida sarà farla funzionare, questa C6, soprattutto in qualifica, quando in teoria fornirà sì il picco di prestazione, ma si tratta di un picco di prestazione che, come già visto quando è stata utilizzata (Imola, Monte Carlo, Montréal) è stato un picco di prestazione per nulla facile da estrarre.

È una gomma complessa, la C6, da portare in "finestra": non sarà banale riuscirci per piloti e tecnici. Per il resto, occhio alla strategia: Pirelli rispetto al 2024 fa uno step verso il morbido per movimentare una gara che altrimenti andrebbe sicuramente incontro ad una strategia ad una sola sosta. Con le mescole più tenere, su una pista che offre bassi livelli di usura, un tema più importante sarà la gestione delle temperature: a Baku le gomme possono soffrire i vari cicli termici ed il surriscaldamento è sempre un fattore. Se decisivo, lo vedremo.

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