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A Monza 1975 l'austriaco conquista il suo primo titolo mondiale e riporta la Ferrari al trionfo, davanti alla marea rossa italiana
5 set 2025 (Aggiornato alle 11:07)
Il Gran Premio d’Italia 1975 è il racconto di un sogno diventato realtà. Niki Lauda, che da ragazzo aveva sfidato la propria famiglia pur di correre, arrivò a Monza con la possibilità di diventare campione del mondo. I suoi genitori, banchieri viennesi, non avevano mai creduto in quella passione: per loro le corse erano rappresentavano motivo di disonore nell'alta società. Ma Niki non si fermò, fece un prestito e si costruì da solo la strada che lo portò poi al successo. Quel 7 settembre nel 1975, davanti alla folla di Monza, raccolse i frutti di quella scelta coraggiosa, dimostrando che nessun ostacolo può fermare chi crede davvero nei propri sogni.
La stagione 1975 era stata quella della svolta per Niki Lauda e la Ferrari. Dopo anni difficili, la scuderia di Maranello aveva trovato nell’austriaco il pilota capace di riportare il Cavallino Rampante al vertice. Con la nuova 312 T, Lauda aveva dominato gran parte del campionato, vincendo a Monaco, Belgio, Svezia e Francia e collezionando pole position a ripetizione. Arrivò a Monza da leader indiscusso, con un vantaggio solido sugli avversari. Gli bastava un piazzamento nei primi sei per chiudere i conti e diventare campione del mondo per la prima volta in carriera, proprio davanti al pubblico italiano.
Il Gran Premio d'Italia rappresentava la tredicesima delle quattordici gare del campionato mondiale di Formula 1. Niki Lauda necessitava soltanto un piazzamento entro il sesto posto per laurearsi campione del mondo: l’ultima speranza era rimasta a Carlos Reutemann, che doveva vincere e sperare in un ritiro dell'austriaco della Rossa.
A Monza, le due Ferrari dominarono le qualifiche: Niki Lauda conquistò la pole position con il tempo di 1:32.24, seguito a circa mezzo secondo dal compagno di squadra Clay Regazzoni. Emerson Fittipaldi su McLaren si piazzò terzo seguito da Jody Scheckter su Tyrrell.
Domenica, una breve pioggia creò tensione pre-gara, ma il meteo si schiarì poco prima del via . Regazzoni prese presto il comando, mantenendo un ritmo solido. Dietro, Lauda difendeva la posizione mentre Fittipaldi risaliva aggressivamente fino al secondo posto.
Sul finale, Fittipaldi superò Lauda, mentre Regazzoni tagliò il traguardo da vincitore. Il terzo posto di Lauda fu sufficiente per aggiudicarsi matematicamente il titolo mondiale davanti al pubblico di casa della Ferrari.
Quando la bandiera a scacchi sventolò, il boato di Monza fu assordante. Clay Regazzoni tagliò per primo il traguardo, conquistando la sua prima vittoria in Italia, mentre Niki Lauda chiuse terzo, abbastanza per laurearsi campione del mondo. Le tribune si trasformarono in un mare rosso, con migliaia di bandiere Ferrari che sventolavano e i tifosi che invadevano la pista per festeggiare i loro eroi. Niki, accolto come un campione assoluto, aveva riportato a Maranello un titolo che mancava da oltre dieci anni. Era un trionfo non solo sportivo, ma anche emotivo: la Ferrari tornava regina, e Monza esplodeva di orgoglio e passione.
Il Gran Premio d’Italia 1975 non fu solo una gara, ma un evento storico: una vittoria, un titolo mondiale e un trionfo emozionale a Monza. Un weekend che ha cementato l’eredità di Ferrari nella memoria degli appassionati e che ancora oggi viene celebrato come un evento unico. Lo testimoniano le divise di Leclerc ed Hamilton, blu come il colore indossato dai meccanici nei box in quel periodo e la livrea della monoposto, ispirata a quella che portò Lauda al successo. E chissà che nell'anniversario del trionfo di Lauda, anche la Ferrari del 2025 possa festeggiare una vittoria di certo molto più inaspettata ma ugualmente desiderata. Il Gran Premio d'Italia potrebbe essere l'occasione del riscatto per il Cavallino Rampante, che non vince una gara dal GP di Austin dello scorso anno, in cui ha trionfato Leclerc.
“Mollare è un qualcosa che un Lauda non fa”. Quella frase, simbolo della sua determinazione, riecheggia ancora oggi come un monito e una speranza. Così come nel 1975 Niki riportò la Ferrari al trionfo davanti alla folla di Monza, anche oggi il Cavallino potrebbe scrivere una nuova pagina di storia. Forse la leggenda può davvero ripetersi, trasformando l’attesa in festa e regalando ancora una volta ai tifosi la magia di un sogno diventato realtà.
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