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GP Olanda, Ferrari: Zandvoort da dimenticare, con quel dato che condanna Hamilton

Per la seconda volta in stagione, la Rossa fa 0 punti: episodi a sfavore, ma è la prestazione a dover preoccupare. Per Hammer un dato che non farà piacere


 
GP Olanda, Ferrari: Zandvoort da dimenticare, con quel dato che condanna Hamilton
© Getty Images

Matteo NovembriniMatteo Novembrini

1 set 2025 (Aggiornato alle 09:31)

Charles Leclerc con lo sguardo assente mentre siede su una seggiolina in mezzo al verde, come fosse ad un pic-nic qualunque, Lewis Hamilton che raccoglie malinconicamente i pezzi della sua Ferrari incidentata. Motivi diversi, stesso esito: una domenica nera per la Rossa. Zandvoort non è stato il punto più basso della stagione, visto che c’è stata pure, in questa annata complicata, la doppia qualifica di Shanghai; ma non è certo una consolazione.

Ferrari, ripartenza… da fermo

Dopo “il venerdì peggiore della stagione”, una ripartenza amara dopo le vacanze. Anzi, ripartenza per modo di dire: perché con il doppio zero (seconda volta in campionato proprio dopo la Cina), la Ferrari riparte esattamente dagli stessi punti che aveva a Budapest. Con la differenza che Mercedes ha dimezzato il vantaggio (da -24 a -12), in quella corsa al premio di consolazione (eufemismo) che può essere la piazza d’onore nel Costruttori. Ma non sono le classifiche, che condannano la Rossa: perché si può discutere all’infinito sulle responsabilità di Hamilton ed Antonelli, ma il punto è un altro: in qualifica sarebbe servito un giro perfetto per prendere la seconda fila, in gara Leclerc, in una domenica comunque di grazia a livello di pura guida, non riusciva a passare nientemeno che la Racing Bulls di Hadjar.

Racing Bulls davanti ed il dato negativo di Hamilton

E’ questo, che deve far riflettere. Più di un doppio zero, più di una gara a suo modo sfortunata (perché il tempismo dell’incidente di Lewis è stato “impeccabile” con la sosta di Leclerc). Perché se a volte certi episodi semplicemente capitano, per sfortuna o casualità, quello che non è casuale sono le prestazioni: e se insegui il team di Faenza, con tutto il rispetto, vuol dire che qualcosa non va, soprattutto per una SF-25 che nasceva per dare l’assalto al Costruttori e che invece, dopo 15 gare, è l’unica Rossa di questo ciclo tecnico ancora a quota zero vittorie (la SF-23 vinse a Singapore, round numero 15 del campionato). Se però vogliamo buttarla sui dati, ce n’è un altro che fa male: gli zero podi di Lewis.

Sorvolando sul fatto che in una stagione del genere gente come Hulkenberg, Hadjar e lo stesso Antonelli, al debutto, abbiano più podi di Hammer, il problema è che l’inglese è diventato, in questo momento, il ferrarista con più gare con il Cavallino Rampante senza una top 3. Il “record”, in questo momento, è condiviso con un certo Louis Rosier: ma la verità è che Rosier ha corso sì 15 GP con una Ferrari negli anni ‘50, ma sempre da pilota cliente (per il team Ecurie Rosier). Insomma, Hammer in questo momento è il pilota Ferrari con più gare senza podi: Ivan Capelli, silurato a fine 1992, di GP senza podio con la Rossa ne aveva messi insieme 14. Altro dato che non farà piacere, questo: l’ultima volta che la Rossa aveva raccolto in almeno due occasioni un doppio zero, era stato nel 2020, con la derelitta SF1000.

A Monza per un weekend diverso

Se come abbiamo detto i momenti che hanno messo ko le Rosse al GP Olanda sono stati episodici, non lo sono stati i fattori che hanno determinato la prestazione. La SF-25, non da oggi, ha determinati problemi che la espongono a carenze tecniche a questo punto per nulla risolvibili entro la fine dell’anno. Zandvoort era partita in salita e non sbaglia Vasseur quando dice che partire meglio al venerdì sarebbe stato di grande aiuto; ma deve fare anche riflettere come questa Rossa, per andare bene domenica, abbia esigenza di andare bene sin dal primo giorno in pista. Monza, sulla carta, è diversa da Zandvoort e fa meno paura: certo che servirà un weekend immacolato. A partire dal venerdì e passando per ogni segmento di fine settimana, compresi i giri di schieramento nel pre gara, quelli che sono costati ad Hammer cinque posizioni nel suo primo Gran Premio d’Italia con la Ferrari. Lewis, quest’anno, conferma un po’ la legge di Murphy: se qualcosa può andare male, lo farà.

 

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