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Alessandro Gargantini
13 ago 2025
È ora di staccare, di andare in vacanza, con ancora addosso i brividi della trasferta di Budapest, probabilmente la migliore da inizio anno per la Scuderia Ferrri e Charles Leclerc. Mai così vicino al successo nel 2025, dopo aver conquistato la sua ventisettesima pole position e aver mantenuto in tutta sicurezza la leadership del Gp fino al quarantesimo giro, ma costretto ad alzare il ritmo nel finale a causa di “problemi di telaio”, probabilmente riconducibili ad un eccessivo consumo dei pattini del fondo che rischiavano di mettere la SF-25 del ferrarista a rischio squalifica.
Non è stato il finale che ci si attendeva, ma resta negli occhi di tutti un Leclerc in forma smagliante, capace di fare la differenza, tornato dopo quasi un anno di assenza re del giro secco, siglando una pole position che mancava dal 2024.
Qual è il suo posto del cuore, il suo luogo preferito dove staccare un po’ da una realtà molto frenetica come la Formula Uno?
«È importante avere il proprio universo. Adesso ci sono veramente pochi posti dove posso essere me stesso, vivere come un ragazzo normale con la propria famiglia. Riesco a isolarmi quando facciamo qualche giorno di vacanza in barca, lontano da tutto e da tutti, vicino solo ai miei cari. Lì sono sicuro di essere solo con i familiari, il mio cane, la mia ragazza, è lì che sto bene».
Uno dei suoi punti fermi è che il lavoro viene prima del talento? Quanto pensa ci sia da lavorare su se stesso e sulla macchina per estrarre tutto il potenziale?
«C’è ancora tanto da fare. Su di me svolgo un lavoro costante, penso che quando sono arrivato in Formula Uno avessi delle aree di miglioramento, come ad esempio la gestione delle gomme. Sono sempre stato molto onesto con me stesso e questo mi ha aiutato a crescere e migliorarmi. Senza una critica spassionata e senza preconcetti, è impossibile farlo. Mi sono impegnato molto su numerosi aspetti e penso che, adesso, sono un pilota sicuramente molto più completo. Ora il mio lavoro è diverso, devo andare sempre più nel dettaglio, per essere sempre migliore. Non sono mai contento fino in fondo. Voglio essere il pilota più completo possibile, per me stesso e per la mia squadra. Per quel che, invece, concerne la nostra monoposto, sicuramente c’è ancora tanto lavoro. Per adesso ci manca la pura performance, che è quello che dobbiamo trovare e ne siamo consapevoli».
Ha realizzato tantissimi dei tuoi sogni nella sua carriera. È arrivato in Formula Uno e dopo un anno con la Sauber è approdato alla Scuderia Ferrari. Ha vinto otto Gran Premi, a Monte Carlo, due volte a Monza: mai una vittoria banale. Ora manca solo il titolo iridato. Dal 2026 con il nuovo Regolamento Tecnico potranno verificarsi le condizioni per mettersi tutti alle spalle e aprire un ciclo?
«Vedo l’introduzione del nuovo Regolamento Tecnico come un’opportunità. Spero veramente che si possa aprire un ciclo, anche perché è da troppo tempo che la Scuderia Ferrari non è in vetta al mondiale. Spero che questo momento arrivi presto, con me al volante. Lo spero davvero, c’è molto lavoro per farcela, lo vedo concretamente. Se ce la faremo, questo non lo so, ma so che ce la
metteremo tutta come sempre».
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