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11 ago 2025 (Aggiornato il 12 ago 2025 alle 09:01)
Lui sta lì, sulla riva di quel metaforico fiume. Non aspetta di vedere alcun rivale battuto, ma solo la sua grande occasione. Quella che aspetta da un po’, da quando arrivò a neanche 22 anni a Maranello. Era arrivato, al di là delle battute di facciata, già desideroso di battere nientemeno che Sebastian Vettel. Lo fece, in una Ferrari sempre più sua e sempre meno di Seb. Ma alla settima stagione da allora, Charles Leclerc è come se si sentisse ancora al punto di partenza.
Al suo fianco Sebastian Vettel non c’è più. Oggi c’è Lewis Hamilton, che a dirla tutta pare averci messo anche molto meno del tedesco a rendersi di conto di che razza di pilota sia Charles. Solo che… solo che non si vive di complimenti, perché le congratulazioni altrui possono anche far piacere, ma con esse né si porta a casa il pane e nemmeno servono per riempire un palmarès che, diciamolo francamente, è povero al cospetto del talento di Charles Leclerc.
Otto vittorie in sei stagioni e mezzo di Ferrari sono poche, pochissime, soprattutto se ti sei messo dietro Vettel, hai vinto il confronto con Sainz e stai facendo altrettanto con Hamilton. Tre piloti diversi, per mentalità e stile, affrontati in momenti diversi della loro carriera: Seb era nel pieno della maturità, Carlos di fronte all’occasione della vita, Lewis alle prese con l’ultima grande chance per superare Schumi. Per Hammer, almeno, non è ancora finita: c’è sempre un 2026 per sperare. Ma se anche la SF-26, o come si chiamerà, sarà da mondiale, l’inglese ha già capito che per lui battere Charles non sarà affatto facile.
Ecco, è questo il punto. Perché mentre i suoi compagni di squadra devono chiedersi innanzitutto se saranno in grado di battere lui, lui, Charles, si chiede se avrà mai una macchina in grado di battere tutti gli altri. Ha dimostrato di avere la stoffa, le qualità, la velocità istintiva. Forse, gli manca quella consapevolezza che invece Max Verstappen, con i suoi quattro titoli e le tante vittorie, ha già. Ma per raggiungere quella consapevolezza, gli serve un'occasione che non ha mai avuto: ha assaporato cosa significhi avere una macchina da mondiale solo per mezza stagione, in quel 2022 in cui, essendo per la prima volta in lotta per la testa della classifica, ha commesso qualche errore (Imola e Paul Ricard) di inesperienza. Poi, mentre lui cresceva e maturava, quell’occasione non l’ha più avuta: la Rossa ha rischiato di essere iridata l’anno scorso nel Costruttori, ma nel Piloti la faccenda era diversa, con un Verstappen in fuga all’inizio e poi contropiedista alla fine, di fatto mai così in difficoltà da poter essere un target per Charles.
Ce l’avrà mai, Charles Leclerc, una vettura da titolo? C’è chi gli suggerisce che l’avrà, ma solo lontano da Maranello. Altri, invece, sono convinti che pure la Rossa presto o tardi partorirà una macchina vincente e che il perseverare alla Ferrari, prima o poi, pagherà. Nessuno ha la sfera di cristallo, nessuno può dirlo adesso: ciò che è certo, è che il 2026 rappresenta un’altra, ma forse ultima, possibilità. Leclerc, a Maranello, ha già vissuto due cicli tecnici, il prossimo sarà il terzo: dovesse andare di nuovo male, anche per uno come lui potrebbe legittimamente prendere corpo l’ipotesi di un futuro lontano dall'Emilia. Non lo vuole, Charles, perché dice che rispetto agli altri che stanno vincendo più di lui, lui intanto guida una Ferrari. È
il mito, la Rossa, ma la voglia di vincere in un pilota può prendere il sopravvento da un momento all’altro.È forse con questi pensieri, dopo la stagione fin qui migliore della carriera, che Charles Leclerc se n’è andato in vacanza, svuotato dopo la domenica deludente di Budapest. Magari, ricaccerà indietro quel pensiero, quello di dover dire addio al Grande Amore per una questione di sopravvivenza. La speranza, è che sia la Ferrari a decidere per lui: nel senso che basta dargli una macchina veloce, e quel retropensiero tornerà ad essere silenzioso, impalpabile. Tornerà ad essere quello che finora è stato: un’ipotesi che Charles Leclerc non ha minimamente idea di prendere in considerazione.
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