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Formula 1 in pausa: cosa succede davvero durante lo shutdown

Lo shutdown della F1 è una pausa obbligata imposta dalla FIA. Ma cosa succede davvero nelle fabbriche durante queste due settimane?
Formula 1 in pausa: cosa succede davvero durante lo shutdown
© Getty Images

Debora FigoliDebora Figoli

6 ago 2025

In inglese, il termine shutdown indica letteralmente una chiusura. E nel caso della Formula 1, descrive perfettamente ciò che accade durante il periodo estivo. Non si tratta semplicemente di ferie per piloti e meccanici, ma di una vera e propria interruzione delle attività tecniche, regolata e imposta dalla FIA. Attenzione, però: lo shutdown non parte immediatamente dopo l’ultimo Gran Premio, come ad esempio quello corso a Budapest. La settimana seguente è ancora una settimana pienamente operativa.

L’inizio ufficiale della pausa

Solo al termine della settimana lavorativa - quindi a partire dal venerdì - scatta lo shutdown vero e proprio. Si tratta di un blocco totale imposto dalla FIA, che vieta qualsiasi attività tecnica all’interno delle factory dei team. Nessuna eccezione: è una chiusura obbligata e monitorata. Bernie Collins, ex ingegnere e ora analista per Sky Sports F1, ha spiegato che durante queste due settimane nessun team può accedere ai propri computer aziendali o scambiarsi email interne. "Tutto è tracciabile", racconta, confermando che lo stop è reale e controllato. Certo, resta difficile pensare che una squadra di F1 possa davvero restare completamente ferma per quattordici giorni di fila. Ma le regole sono regole e in questo caso sono molto chiare.

Cosa non si può fare durante lo shutdown

Il principio base dello shutdown è semplice: nessuno dei dieci team può lavorare sulla monoposto. Questo significa niente progettazione, niente sviluppo, nessun test in galleria del vento e nessuna attività nei simulatori. Tutto ciò che può influenzare direttamente o indirettamente le prestazioni della vettura è sospeso. L’unica attività consentita riguarda interventi di manutenzione generale su strutture come la galleria del vento, a patto che non coinvolgano aspetti tecnici collegati alla macchina di F1. 

Un’insolita tranquillità nel mondo della F1

Bernie Collins, con la sua esperienza da ingegnere, offre un retroscena interessante e inaspettato: “La cosa che amavo dello shutdown era che spegnevi il telefono il venerdì, lasciavi il computer in ufficio, e quando tornavi dopo due settimane non trovavi neanche una mail nuova. Al massimo quelle del reparto informatico per avvisarti che il sistema era stato aggiornato e che le password non funzionavano più.” Un’immagine quasi surreale per chi immagina la vita in Formula 1 come un eterno vortice di attività e pressione. E invece, durante lo shutdown, anche il paddock riprende fiato.

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