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28 lug 2025
La decisione della Federazione di ritardare la partenza del GP del Belgio 2025 ha diviso il paddock in due. Da un lato, chi ha appoggiato la scelta, invocando la sicurezza come priorità. Dall’altro, chi non ha esitato a criticare lo stop prolungato, tra cui due voci pesanti come Lewis Hamilton e Max Verstappen. Entrambi erano pronti a correre: assetto da bagnato, gomme intermedie e la solita fame da gara vera, anche sotto l’acqua.
Il meteo, però, ha avuto l’ultima parola. Le monoposto sarebbero dovute partire alle 15:00 (ora italiana), ma il primo giro, dietro safety car, è arrivato soltanto alle 16:20. Partenza lanciata, visibilità ridotta, e una FIA cauta, forse troppo. Un ritardo di 80 minuti che ha risvegliato un tema mai davvero risolto: la F1 moderna sa ancora correre sotto la pioggia?
Nell’era moderna della Formula 1, ritardare una partenza di oltre 60 minuti è evento raro. Eppure, negli ultimi anni sta accadendo sempre più spesso. Dal 2021 a oggi sono ben quattro i casi: tutti legati a pioggia intensa, pista allagata o problemi di visibilità. Non solo Spa, ma anche Monaco e Singapore hanno visto slittare la bandiera verde, in un contesto dove la sicurezza viene spesso interpretata con cautela estrema.
Il primo esempio recente arriva proprio da Spa, nel 2021. Un temporale colpì il circuito poco prima del via, costringendo la direzione gara a un’attesa lunghissima: oltre 3 ore di stop prima di tentare un avvio dietro safety car. Dopo appena due giri, la corsa fu definitivamente interrotta. Nessun sorpasso, nessuna azione, solo punteggio dimezzato. Il GP del Belgio 2021 è passato alla storia come il più corto mai disputato in F1. Un non-GP, ma con valore statistico.
La stagione successiva, a Monte Carlo, si verifica un altro caso. La pioggia arriva poco prima del via e la partenza viene inizialmente rinviata di 9 minuti, poi di altri 7. Due giri dietro la safety car e bandiera rossa esposta per l’instabilità meteo. Il vero colpo di scena, però, è un guasto all’impianto elettrico che gestisce i semafori: risultato, oltre 60 minuti di attesa prima di una nuova partenza, ancora una volta lanciata. Il Principato si è fermato, per acqua e blackout.
Altro giro, altra attesa: il GP di Singapore 2022 è stato rimandato di 65 minuti per un violento acquazzone abbattutosi sul circuito di Marina Bay. Le strade cittadine si trasformano in un campo minato. Anche qui la direzione gara aspetta che il temporale si plachi e che le condizioni migliorino, prima di far scattare il semaforo verde. Il pubblico resta in tribuna sotto la pioggia, i team in attesa nei box, e i piloti pronti a tutto. O quasi.
Quattro anni dopo il disastro sportivo del 2021, la pioggia ha di nuovo colpito Spa-Francorchamps. Questa volta, però, si è corso. Dopo 80 minuti di attesa e una safety car iniziale, la gara è partita regolarmente, ma il clima nel paddock è rimasto teso. Hamilton e Verstappen hanno criticato il ritardo; altri, come Leclerc e Norris, hanno giustificato la prudenza, complici assetti più d'asciutto. Il confronto si è riaperto: meglio correre nel dubbio, o fermarsi nel sospetto?
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