GP Abu Dhabi: analisi prove libere

GP Abu Dhabi: analisi prove libere

Pubblicato il 11 novembre 2011, 17:09

Un anno fa, sulla stessa pista, avevano lottato a distanza per il titolo di campione del mondo della Formula 1. Adesso il destino accomuna Sebastian Vettel e Fernando Alonso negli incidenti. È successo nella seconda sessione delle prove libere del Gran premio di Abu Dhabi, con la pista ormai illuminata dai fari.

Il tedesco della Red Bull e lo spagnolo della Ferrari sono infatti usciti alla curva 1, con pochi danni alle vetture, e la dinamica l’ha spiegata Alonso: «Basta mettere le ruote sul cordolo esterno, per sfruttare tutta la larghezza della pista, e perdi subito aderenza. Nei prossimi giorni dovremo stare più attenti».

L’impressione generale è, però, che sia la Ferrari che la Red Bull abbiano già la testa altrove, al 2012. Mentre la McLaren continua a lavorare con l’intento di dare altre vittorie a Lewis Hamilton – il più veloce nelle libere del venerdì – e a Jenson Button, che è secondo nella classifica di campionato quando mancano due gare alla fine.

Sulla Red Bull, al mattino, si è vista la famosa vernice fluorescente verde usata per visualizzare i flussi: era stata applicata al diffusore. In Ferrari hanno continuato gli esperimenti sull’ala anteriore flessibile. Anche troppo, flessibile. visto che la sera la Massa sollevava scintille. «Non è un problema alla guida», ha detto il brasiliano. Ma è una preoccupazione per la squadra.

Due le ipotesi: che le due ali, di Felipe e di Alonso, non siano identiche per un difetto di qualità nella costruzione, che è molto complessa in quanto bisogna disporre in modo particolare le pelli di carbonio. Oppure che, come si sussurra, il brasiliano abbia avuto in dotazione un alettone più “estremo”, alleggerito nella struttura, anche se visivamente identico all’altro. La flessione dell’ala si nota soprattutto quando è attivato il Drs. Che in gara avrà due zone di utilizzo.

Sui punti in cui l'ala posteriore mobile potrà essere attivata, Alonso ha detto: «Sono un po’ troppo corte». E lui conosce bene la difficoltà di sorpassare su questa pista.

Alberto Antonini

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