E leggenda sia: il WEC s’illumina di Ferrari

Pubblicato il 8 novembre 2025, 20:29
Cinquant’anni possono essere cancellati in un attimo, se ascolti l’emozione che sale dentro. Ma un quarto d’ora può essere eterno, se ti concentri sul cronometro che scorre lento, troppo lento per farti respirare. Secondi che diventano minuti, minuti che diventano ore. Otto, per la precisione, quelle del Bahrain. Quelle che hanno incoronato regina la Ferrari nel Mondiale Endurance.
Una specie di Capodanno
Il tempo scorreva lento, in quegli ultimi minuti. Soprattutto quando il conteggio delle ore si era fatto più piccolo, quando aveva tolto di mezzo le cifre delle ore e lasciava solo quelle dei minuti e dei secondi. Dieci, nove, otto… ogni secondo scorreva lento, come se fosse la vigilia di Capodanno. E forse in qualche modo lo è, questo, la fine di qualcosa e l’inizio di un’altra: perché difficilmente da domani, anche volendo, qualcosa sarà uguale a oggi. Cambierà, per il semplice motivo che oggi un cerchio si è chiuso: più di quattro anni fa, quando quest’idea è stata resa nota al mondo, immaginarselo faceva venire i brividi. Invece è successo di tutto: il debutto, la prima pole, la prima Le Mans, poi la seconda ed anche la terza. Mancava questo, per rendere tutto davvero perfetto: il titolo iridato. Anzi, i titoli iridati: Piloti e Costruttori.
Il terzetto delle meraviglie
Le immagini che scorrono sono tante, forse troppe. La prima foto, la prima uscita, il nome: 499P. Tre numeri ed una lettera che oggi meritano un inchino, consegnati come sono al firmamento delle corse. Idealmente arriva l’immagine un po’ sbiadita della 312 PB, la macchina che oltre mezzo secolo fa (era il 1972) vinceva il Mondiale Marche senza sapere che sarebbe stato l’ultimo. L’ultimo almeno per un po’, almeno fino a questo 2025 da tregenda condito dalla forza e l’autorevolezza di una squadra che ha dimostrato come la squadra stessa venga prima di tutto: nel finale, quelli che sarebbero stati incoronati campioni del mondo si sono fatti da parte per lasciare il podio ai compagni di squadra, quelli della “Cinquanta”, quelli che con quei pochi ma fondamentali punti hanno composto il terzetto delle meraviglie: primo, secondo e terzo in classifica, perché in questa storia magnifica c’entra anche la numero 83, quella tutta Gialla eppure ancora bellissima, come la Rossa.
Una Ferrari da brividi
La “Cinquantuno” era stata la prima a vincere a Le Mans, ed ora è la prima a vincere il mondiale. Lo vince con in pista Pier Guidi, l’uomo che per primo l’aveva saggiata a Fiorano in una livrea camouflage, l’uomo che la guidava quando tagliava il traguardo di Le Mans 2023, l’uomo che la conduce in cima oggi, quando si ferma ad omaggiarla anche la torre di Sakhir: la “Sakhir Tower”, nome di poca fantasia ma immediato, si tinge di rosso e si illumina di Cavallino Rampante. Dal vivo mette i brividi, come questa Ferrari che si consegna alla leggenda.
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