Hamilton e Schumacher ai ferri corti

Hamilton e Schumacher ai ferri corti

11 set 2011

A tenere banco nelle riprese televisive, per gran parte della gara a Monza, è stato l'appassionante duello fra Lewis Hamilton e Michael Schumacher. I due si sono ritrovati a battagliare per il terzo posto (poi diventato quarto quando Button li ha scavalcati) in modo decisamente ostico, anche se non talmente da causare un intervento della direzione di gara maggiore di un semplice avviso al pilota tedesco. Che ha sempre cercato di chiudere tutti i varchi al rivale inglese, favorito anche dalla velocità di punta della sua Mercedes, che non perdeva dalla McLaren nemmeno quando questa era in scia ad ala aperta. Un duello che Hamilton ha alla fine vinto, ma che gli ha fatto perdere parecchio tempo e quasi certamente la possibilità di salire sul podio finale, visto che è arrivato al traguardo in coda ad Alonso per solo mezzo secondo.

Lo conferma anche Withmarsh«Ci voleva un giro in più. Il duello fra loro due è stato bello, ma lì abbiamo perso tempo. Schumacher è un pilota ostico da superare, ed è stata una vera sfida per noi».

Ma cosa dicono i diretti interessati? «È stata una battaglia dura con Schumi - è la dichiarazione di Hamilton - ma alla fine è andata bene perché l'ho superato. Non è stato facile, perché lui era veloce quanto me, se non di più, anche quando avevo azionato il drs in scia. Però non sono contento del risultato finale, anche se aver preso questi punti ed essere arrivato in fondo è comunque positivo. Dopotutto ero partito secondo, ma le corse vanno così».

Al contrario, il quinto posto finale soddisfa Schumacher«È stata una gara eccitante e sono riuscito a vedere anche dell'entusiasmo fra la gente, mentre guidavo. Sono contento perché ho fatto il massimo possibile. Magari un po' sfortunato, perché non sono finito sul podio, ma la velocità della macchina non era suficiente per raggiungerlo. Non la velocità di punta, ma quella generale, sul giro. Però duellare con Hamilton è stata una bella soddisfazione, anche se certe volte mi sembrava che gli specchietti fossero troppo piccoli...».


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