Con una partenza fantastica, Fernando Alonso è riuscito a portare la Ferrari sul podio. Dalla seconda fila al comando in 500 metri! Quel via fantastico gli è rimasto negli occhi a lungo.
«Negli ultimi Gp sono sempre partito bene, qua a Monza con il rettifilo lungo sapevamo che se la macchina fosse andata bene c’era spazio fino alla prima curva per passare e ho sfruttato al massimo il nostro potenziale. Tra l’altro poi c’è stata la safety-car e mi sono permesso in quei due o tre giri di guardare il pubblico, vedere la gente che esultava e mi sono esaltato anch’io. Poi non eravamo competitivi per battagliare per la vittoria: sapevo che prima o poi la Red Bull ci avrebbe passato perché era superiore, quindi mi sono concentrato per arrivare sul podio, e ce l’ho fatta per un filo. Anzi a un certo punto speravamo nel secondo posto perché con le soft riuscivo anche a rispondere ai giri veloci di Button e a staccarlo leggermente, poi quando abbiamo messo le gomme più dure la prestazione è calata drasticamente».
Quella partenza-capolavoro, secondo l’ingegnere di pista di Alonso, Andrea Stella, non è casuale ma il risultato di un lungo lavoro di preparazione: «È frutto di tanto lavoro fatto a casa su materiali e procedure e sulle strategie elettroniche. Oggi anche le McLaren erano performanti e un podio stando davanti a una McLaren è un grande risultato. Abbiamo sofferto negli ultimissimi giri, sapevamo che la nostra Ferrari fatica con le gomme dure, ma Alonso ci ha messo qualcosa in più di suo».
C’è soltanto, nella gara di Alonso il dubbio che ci sia stato un calo di motore negli ultimi venti giri proprio in coincidenza con l’adozione delle gomme dure, che gli avrebbe impedito di difendersi da Button e Hamilton. Calo che però il responsabile dei motori Ferrari, Marmorini, nega: «Non si poteva fare di più», dice.
Ancora una volta invece Felipe Massa è finito nelle retrovie, solo sesto a 43 secondi dal primo, ma stavolta non è stata colpa sua. Nei primissimi giri dopo la ripartenza dalla safety-car è stato urtato da Webber e mandato in testacoda alla prima chicane.
«Era una gara dove si poteva esser lì a lottare davanti con gli altri. Invece è iniziata subito male, Webber mi ha toccato e mi ha fatto girare e ho perso tante posizioni e soprattutto ho dovuto risuperare anche macchine che non avevano un passo veloce, quindi ho perso tempo anche lì. Poi stavolta non si è rivelata nemmeno così disastrosa la gomma dura nel finale come temevamo».