Analisi post-qualifiche: GP imprevedibile

Analisi post-qualifiche: GP imprevedibile

Pubblicato il 23 luglio 2011, 18:10

Una qualifica imprevista per una gara imprevedibile. Red Bull si conferma la macchina da battere, ma Sebastian Vettel evidenzia le difficoltà di guida che aveva mostrato già dalle libere (usa tutta la pista, spesso è largo nelle traiettorie). Mentre Mark Webber, sulla pista dove due anni fa vinse il suo primo Gp, trova la forza di stare davanti a uno straordinario Lewis Hamilton.

Che cosa ha dato le ali alla McLaren, che solo ieri prevedeva al massimo una seconda fila? Lewis è stato - a parole - uno dei più sorpresi. Ma è un dato di fatto che l’ennesima rivoluzione tecnica sulla MP4-26, una volta trovata la giusta combinazione, ha fatto centro. Mentre Jenson Button naufragava (sottosterzo venerdì, il contrario in qualifica, mentre sabato mattina il feeling era perfetto) il compagno di squadra ha trovato il modo di guidare una vettura sicuramente difficile.

Il riferimento fatto da Lewis a un nuovo “engine mode” (mappatura) è significativo. Dopo aver perso fino a 8 decimi al giro con le regole una-tantum di Silverstone, la squadra si è ritrovata con il ritorno del soffiaggio negli scarichi (modificati). Nelle curve lente, si “ascolta” bene l’uso del freno motore e di regolazioni che permettono di sfruttare al massimo l’aerodinamica. Il fatto che nel primo settore, sabato pomeriggio, Hamilton sia il più veloce, la dice lunga sui progressi nelle curve più guidate.

Mentre Alonso perde proprio qui, per via del solito problema Ferrari: le gomme non vanno in temperatura all’inizio del giro veloce, ma l’esperimento di farne due (o tre) senza fermarsi ai box è stato bocciato già al mattino. «Perdevamo tre o quattro decimi», spiega Alonso.
Le speranze Ferrari quindi si affidano alla gara, ma come puntualizza Massa, sarà difficile passare alla prima curva, anche partendo bene, «perché la grigia di partenza è stata spostata in avanti rispetto a due anni fa». Quindi c’è meno spazio per lo slancio.
Non è credibile, invece, l’ipotesi che le 150° Italia siano assettate più per il bagnato, anche se le previsioni danno oltre il 50 per cento di probabilità di pioggia.


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