Hamilton a dita incrociate

Hamilton a dita incrociate

10 ott 2010

Un week-end decisamente poco fortunato, quello di Lewis Hamilton in Giappone. Dopo i problemi nelle prove, anche in gara non è che sia andata tanto meglio, rimasto senza la terza marcia nel momento decisivo della gara, quando cercava di insidiare Alonso

«Ma quello che veramente mi preoccupava - aggiunge Hamilton - è che il cambio faceva un sacco di rumore, e davvero non pensavo che sarei arrivato alla fine. Ma ho cercato di ridurre il numero di cambiate evitando di scendere sotto la quarta e, incrociando le dita, sono andato avanti sperando per il meglio. Fortunatamente avevo anche un buon vantaggio rispetto a chi mi seguiva (a eccezione di Button, ndr) ma ciò non toglie che sono dispiaciuto per me e per il team. Ho perso punti rispetto a Jenson, ma alla fine posso solo ringraziare di essere riuscito a concludere la gara. Facciamo di tutto per riuscire a finire davanti e prendere più punti possibile, invece...»

Paradossale, infatti, che a dare problemi sia stato proprio un cambio nuovo, sostituito in via precauzionale dopo che nelle prove le trasmissioni utilizzate avevano dato segnali preoccupanti. Operazione che, oltretutto, comportando l'arretramento di 5 posizioni in griglia aveva vanificato l'eccellente terzo tempo ottenuto nelle qualifiche, dopo aver percorso pochi giri a causa dell'incidente di venerdì mattina.

Ad una prima superficiale analisi, pare che a cedere sia stato uno degli innesti. Oltretutto, questo inconveniente causa un'ulteriore preoccupazione in vista del GP di Corea: intervenire nuovamente sulla trasmissione potrebbe determinare un'ulteriore penalizzazione sulla posizione di partenza fra due domeniche.
Però Martin Whitmarsh spera di poterla evitare: «Pensiamo di poter risolvere la questione senza dover subire ancora l'arretramento di cinque posizioni. Però l'importante, nelle tre gare che ci restano, è di poter contare sull'affidabilità al cento per cento. Noi continueremo a lavorare e a sviluppare la macchina, e non c'è ragione perché non possiamo continuare a lottare per il titolo fino ad Abu Dhabi.»


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