Vettel ci ha provato fino all'ultimo giro, fino all'ultima curva. Ma alla fine pur disponendo di una Red Bull velocissima, forse più della Ferrari (anche se il giro più veloce è di Alonso) il tedesco non ha vinto per una serie di piccoli errori. Il più grave quello in qualifica nel giro veloce che lo ha portato a sfiorare il guard-rail e a perdere 2 decimi a causa dei quali non ha fatto la pole. Fosse partito nella posizione al palo avrebbe comandato la gara, visto anche che era scattato meglio di Alonso dalla seconda posizione e l'aveva quasi affiancato prima di farsi chiudere la traiettoria.
L'altro errore Vettel l'ha fatto al cambio gomme, quando ripartendo ha lasciato inserita la seconda marcia invece della prima, andando via a saltelloni per qualche istante e perdendo anche lì decimi preziosi. Poi è discutibile la strategia della squadra, che gli ha fatto marcare Alonso facendo entrare Sebastian ai box per il cambio gomme nello stesso giro di Fernando. Avesse atteso uno o due giri, forse si sarebbe ritrovato davanti. Ma lui sostiene che aveva le gomme morbide omai "alla frutta". Di buono c'è che Vettel non ha mai mollato. Nemmeno nell'ultimo giro in cui c'era la Lotus in fiamme e cinque doppiati da scavalcare, sperando sempre in una esitazione di Alonso che non c'è stata.
«Ho sempre sperato di poterlo superare. - ha detto Vettel a fine gara - All’inizio ho dovuto lasciarlo andare un po’ (sembrava dovesse tenere un po' d'occhio i freni, ndr) e verso la fine dello stint siamo entrati assieme perché le mie morbide stavano mollando, poi ho fatto un errorino anch’io al pit-stop nel ripartire dai box. Ma poi ho cercato di mettergli pressione e non è bastato. Per lo meno avevo fatto una buona partenza, anche se non è servita».