Temi caldi
15 lug 2010
Le parole sono spesso pietre. E quelle pronunciate da Mark Webber subito la superba vittoria al Gran Premio di Gran Bretagna sono sembrate macigni. Contro la Red Bull, la sua squadra. “Adesso dobbiamo parlare seriamente”, aveva detto a
Adesso pare essersi dato una calmata. E ha fatto sapere che, in definitiva, la sua delusione era per un solo episodio. “Il mio disappunto riguardava in effetti le qualificazioni di sabato, per via della nuova ala anteriore tolta dalla mia monoposto e montata su quella di Vettel. È logico che la mia delusione si sia riversata su domenica. Ma era semplicemente dovuto al fatto che io, come tutti i piloti, vorrei avere le migliori opportunità per puntare al successo. La faccenda dell’ala data a Sebastian mi è stata spiegata tardi, in serata. Certo, sabato ero furioso”.
Coi i capi della Red Bull, soprattutto con Christian Horner, l’australiano si è incontrato mercoledì, al quartiere generale del team, a Milton Keynes. E pare che la riunione sia stata positiva per entrambi, dirigenti e pilota. Webber ha infatti affermato che “In certi momenti si dicono cose che non andrebbero dette. Adesso, però, è stato tutto chiarito. Se dovesse ripresentarsi una situazione come quello di Silverstone, il materiale andrà al pilota meglio piazzato in campionato”. Sulla questione Vettel, l'australiano ha precisato che il tedesco è un avversario come gli altri, ma non un nemico. "Sono consapevole di avere un eccellente pilota come compagno di squadra. Sebastian e io non siamo nemici".
Quello di mercoledì è stato un altro degli “incontri chiarificatori” cui la Red Bull è costretta a ricorrere da inizio stagione. La frequenza di riunioni “extra” potrebbe indicare che il team controlla le situazioni, ma potrebbe anche significare proprio l’incapacità di gestire Webber e Vettel. Non è un caso che Jenson Button abbia ironicamente affermato che il dualismo tra l’australiano e il tedesco potrebbe finire per avvantaggiare la McLaren.
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