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11 ago 2025
In casa Red Bull l’aria è tutt’altro che serena. Il team anglo-austriaco, per anni, ha seguito due linee guida ben definite: continuità assoluta ai vertici e massima spietatezza nella gestione dei piloti, anche a costo di sostituirne due in una sola stagione. Negli ultimi mesi, però, questo schema ha iniziato a sgretolarsi.
La caduta di Christian Horner, dopo oltre vent’anni alla guida, ha segnato una svolta improvvisa. Il processo che ha portato alla sua uscita resta opaco: le cause principali possono essere facilmente intuibili, ma resta il dubbio se siano state davvero sufficienti a giustificare l’allontanamento di chi ha condotto il team attraverso due cicli vincenti.
Con Horner fuori scena, il testimone è passato a Laurent Mekies. Il francese si trova a gestire una squadra apparentemente allo sbando, mentre voci di malcontento si moltiplicano all’interno delle mura di Milton Keynes. Alcuni rumor parlano di licenziamenti a catena, senza conferme ufficiali, ma con indizi che negli ultimi giorni hanno preso più consistenza.
Un segnale concreto arriva dal profilo LinkedIn di Red Bull Racing, dove nelle ultime due settimane sono comparse ben 67 posizioni aperte. La ricerca spazia dal responsabile delle comunicazioni a ingegneri junior, tecnici di assemblaggio e figure per l’area economico-finanziaria. Una campagna di assunzioni così ampia lascia intuire una fase di ricostruzione ben più profonda del previsto.
Mekies non ha ereditato soltanto il ruolo di team principal, ma anche quello di CEO. Un doppio incarico che concentra su di lui il futuro del team, tra la necessità di ristabilire la stabilità interna e la pressione di mantenere Red Bull ai vertici della Formula 1. La partita è appena iniziata, ma il tempo per vincerla non sarà infinito.
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