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Nicolas Todt ricorda Bianchi: "Inseguiva il suo sogno. I successi di Leclerc? Anche un po' di Jules"

Una commovente intervista per omaggiare il suo pilota a dieci anni dalla scomparsa
Nicolas Todt ricorda Bianchi: "Inseguiva il suo sogno. I successi di Leclerc? Anche un po' di Jules"

Mario DonniniMario Donnini

21 lug 2025 (Aggiornato il 23 lug 2025 alle 08:54)

Lei, Nicolas Todt, è credente? «Non particolarmente, ma, guardi, le assicuro che ho una visione molto spirituale di ciò che riguarda Jules Bianchi e Charles Leclerc. E posso individuare a tutt’oggi dei segni che significano molto».

Può entrare nel merito? «Ci provo. Tanto per cominciare, se ho conosciuto Charles, è stato grazie a Jules. Poi il migliore amico di Jules era Lorenzo, ovvero il fratello maggiore di Charles e, pensi, il miglior amico del padre di Jules, cioè Philippe, era il papà di Charles, ovvero Hervé. E sappia anche che Charles ha debuttato in kart a Brignoles, la roccaforte di Jules, il quale è sempre stato prodigo di consigli, con lui. Entrambi hanno in comune anche la militanza nell’Academy Ferrari. Insomma, il sogno del primo, è stato realizzato dal secondo; e posso garantire che esistono tra i due anche delle similitudini sul piano fisico, nel modo di parlare, nelle stesse intonazioni delle parole. La verità è che per me quando vince Charles, è come se vincesse una parte di Jules».

Nicolas Todt 10 anni dopo la scomparsa di Jules

Ricordare Jules Bianchi a dieci anni dalla scomparsa, dopo mesi di agonia da quel maledetto GP Giappone 2014, è un omaggio a lui e a chi vede ancora la F.1 come un posto nel quale si può avere ancora abbastanza anima da accettare un dialogo a viso e cuore aperto. Nicolas Todt ci sta ed è bello parlare con lui di uno dei campioni distopici più rimpianti e amati. Di uno che sarebbe potuto essere e invece, a causa del destino, non è stato.

«Oltre che bravo in pista, come ragazzo umanamente è straordinario, profondo, gentile, speciale. Ha carisma e stile. Vede, lui è stato il primo che ho appoggiato sportivamente, sia a livello finanziario che di management e, mi creda, vista la persona che era, l’ho fatto col cuore. Naturalmente avevo sui campi di gara una persona che mi relazionava nel dettaglio tutto ciò che succedeva, ma in realtà, a prescindere da questo, io ero con lui e per lui».

Leggi l'intervista completa a Nicolas Todt su Jules Bianchi sul nuovo numero di Autosprint, in edicola da martedì 22 luglio, oppure clicca qui per leggere l'edizione digitale.

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