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11 lug 2025
Dal 2000, Bernd Maylander ricopre uno dei ruoli più affascinanti e allo stesso tempo complessi nel mondo della Formula 1: è il pilota ufficiale della Safety Car. Una figura diventata iconica, presente in ogni Gran Premio da 25 stagioni, sempre pronto a entrare in pista in caso di emergenze o condizioni pericolose. Maylander, tedesco con un passato da pilota nelle corse, è l’unico ad aver ricoperto questo incarico così a lungo, prendendo il posto di ex piloti di Formula 1 che in passato si alternavano al volante della vettura di sicurezza. Una costanza che lo rende, tecnicamente, il pilota con più "presenze" in pista nella storia moderna della categoria.
Non tutti i circuiti sono uguali per chi deve restare in allerta al box della Safety Car. Maylander ha raccontato in un’intervista a Formula1.com quali siano le gare che richiedono maggiore concentrazione: “In una gara come quella del Canada o di Monaco, forse sono un po’ più stressato perché in passato ci sono stati molti ingressi in pista. Anche se la gara è noiosa, potrebbe succedere qualcosa all’improvviso.”
Circuiti cittadini come Monte Carlo e semi-permanenti come Montréal, infatti, sono noti per l’elevato numero di incidenti o imprevisti, e questo significa che la probabilità di essere chiamato in azione è molto alta. Per questo motivo, anche durante le gare più lente o apparentemente tranquille, l’attenzione non può mai calare.
Nonostante il ruolo operativo si attivi solo in situazioni critiche, per gran parte del weekend Maylander è in costante attesa. Spesso la Safety Car non entra mai in pista, eppure l’attenzione deve restare sempre al massimo. A bordo con lui c’è il suo copilota e fidato collaboratore, Richard Darker. “A volte mi capita di fare una bella conversazione con Richard, il mio copilota” racconta Maylander “Ma tengo sempre d'occhio lo schermo e se cambia qualcosa sul lato colorato dello schermo, sulla mappa GPS, intervengo immediatamente.”
Il momento più delicato per chi guida la Safety Car è la partenza della gara. Ma anche durante la corsa, basta un segnale via radio per far alzare nuovamente l’attenzione: “A volte sei più concentrato, come alla partenza di una gara, e se tutto va bene, la pressione si abbassa. Ma basta sentire qualcosa nell’auricolare, anche solo un piccolo rumore, e la tua attenzione torna subito al massimo.”
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