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L’Alfa Romeo chiude il ciclo Sauber

Mentre il marchio svizzero festeggia quest’anno il trentennale dell’attività in F.1

Mario DonniniMario Donnini

7 feb 2023 (Aggiornato alle 17:01)

Questo è l’anno dell’addio per l’Alfa Romeo-Sauber, col team svizzero sempre più nell’orbita Audi, che ha già una partecipazione azionaria e inizierà ufficialmente la sua attività in F.1 a partire dal 2026. Siamo quindi alla fine di un ciclo, che segnerà il termine della partnership italo-svizzera nata nel corso della Presidenza Ferrari di Sergio Marchionne e per certi versi mai del tutto decollata.

Da Leclerc a Raikkonen

Col grande merito di aver fatto debuttare Leclerc in F.1 e di aver dato le ultime chance nel mondiale a Raikkonen, entrambi con piazzamenti interessanti ma non stravolgenti. Fine del discorso. Il resto sarà transizione e momento di passaggio, con l’italiano Alessandro Alunni Bravi a fare da traghettatore. Quindi tutto ciò che verrà sarà comunque accolto come positivo, all’interno di un profondo processo di trasformazione già in atto.

Tutti i matrimoni della Sauber

D’altronde non c’è team più disposto all’ibridazione della Sauber, che nel corso della sua lunga storia è divenuta l’entità che nel mondo delle corse ha avuto più unioni, acquisti, compartecipazioni e assorbimenti, poi puntualmente finiti in altrettante restituzioni d’identità. A partire dalla Mercedes nell’endurance, dalla fine degli Anni ’80 fino ai primi Anni ’90, per toccare la Ferrari in F.1, quale fornitrice di motori, tecnologia e retrotreno già ai tempi di Fisichella, per poi entrare nell’orbita Bmw dal 2006 al 2008 e ottenere l’unica vittoria della storia con Kubica, in Canada 2008. Salvo ritornare alla corte della Rossa con la nuova e più incisiva fornitura di tecnologia e l’apposizione della gloriosa griffe Alfa Romeo. La quale geneticamente non ha mai avuto l’originalità dell’Autodelta, ma se non altro può vantare il merito di aver riportato nominalmente in F.1 la firma più gloriosamente antica del mondiale, al top nei campionati 1950 e 1951, prima con Farina e Fangio.

La grandezza di un piccolo

Di certo, non capiterà mai più d’avere una piccola Casa in grado d’attrarre a sé tutti i marchi delle Case più prestigiosi vincenti nella storia dele corse, quali, nell’ordine Mercedes, Bmw, Ferrari, Alfa Romeo e Audi.

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