Sauber C36. tante novità per i 25 anni

La monoposto 2017 propone soluzioni originali nella conformazione aerodinamica, dall'airscope al fondo

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

20 feb 2017 (Aggiornato il 23 feb 2017 alle 10:08)

Arriva al quarto di secolo di storia il team Sauber e lo celebra con il lancio della C36 Ferrari, monoposto affidata a Marcus Ericsson e Pascal Wehrlein nel 2017. Un progetto che propone diversi spunti interessanti. Colpisce in particolare la conformazione della presa dell'airscope, ampia e con l'elemento strutturale di protezione che fa da paratia per dividere i flussi, già vista in passato su Caterham. Una pinna estesa termina in basso con il supporto per l'ala posteriore, quest'ultima con paratie esterne che apparentemente sembrano meno svasate rispetto alla soluzione proposta su Williams FW40. 

Particolarmente ridotte le dimensioni delle prese d'aria ai lati del cockpit, su pance scavate in basso nella zona posteriore, ma con un'area superiore più generosa, per disperdere il calore delle masse radianti. Davanti alle ruote posteriori, sul fondo, si moltiplicano le feritoie per gestire le turbolenze generate dalle gomme larghe e ottimizzare i flussi nella zona inferiore del fondo.

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I deviatori di flusso dietro le ruote anteriori si abbinano con un elemento a L rovesciata sul bordo del fondo, per direzionare l'aria al posteriore congiuntamente con i piloni verticali: il raccordo ai lati del cockpit, dietro gli specchietti, è molto più esteso di quanto non visto sulla Williams FW40, in compenso, rinuncia ai condizionatori di flusso verticali. 

Quanto al musetto, conferma del "naso" e dela ridotta superficie di contatto tra supporti dell'ala e la medesima. Assente l'S-Duct al momento.

«Abbiamo posto maggior enfasi sulla stabilità aerodinamica al contrario della massimizzazione del carico. Il motore 2016 rappresenta un sistema collaudato con un'affidabilità elevata dalla quale iniziare. Ha costituito un vantaggio, inoltre, poter iniziare presto e con un ambiente già definito e noto relativamente al motore, considerata la familiarità del team con lo stesso e la trasmissione, al pari delle richieste di raffraddamento», ha spiegato il direttore tecnico Jorg Zander.

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