Ancora un incidente Massa-Hamilton...

Ancora un incidente Massa-Hamilton...

30 ott 2011

L’ennesima collisione Massa-Hamilton ha fatto discutere in gara e nel dopogara. Anche perché stavolta i commissari, a sorpresa, hanno penalizzato Massa e non Hamilton come sempre quest’anno. Questo ha scatenato polemiche e discussioni.

Il fatto è avvenuto al 24° giro, quando Hamilton, che aveva raggiunto Massa grazie a un leggero “dritto” del brasiliano alla prima curva, ha cercato di superarlo. Non ci ha provato nel lunghissimo rettifilo dove la McLaren non aveva evidentemente una grande velocità di punta, ma in un tratto successivo, una velocissima curva a sinistra da quarta marcia che immette poi nella chicane veloce (quella dove Massa aveva rotto la sospensione in prova). Hamilton ha preso la scia della Ferrari nel breve rettifilo prima della curva, Massa l‘ha visto ma invece di proteggersi la traiettoria all’interno si è spostato all’esterno in vista della curva per avere la traiettoria ideale; così Hamilton, visto il varco aperto, l’ha infilato all’interno arrivando quasi ad affiancarlo.

Ma a quel punto non c’era una staccata decisa, una frenata violenta, bensì solo una decelerazione con scalata, non abbastanza per Hamilton per cercare un affondo in frenata. Entrambi i piloti hanno tolto il gas all’ultimo istante e Massa quando è andato a curvare si è trovato Hamilton quasi di fianco: la ruota anteriore destra della McLaren ha urtato la posteriore sinistra del ferrarista. La Ferrari è andata in testacoda, la McLaren ha rotto il musetto. In pratica tutti e due ci hanno rimesso.

I commissari, diretti dal pilota britannico Johnny Herbert, hanno decretato un drive-through per Massa adducendogli praticamente la colpa della collisione. Ma chi ha davvero ragione?
Il team Ferrari, a partire da Domenicali, è schierato dalla parte di Massa. Da parte sua Withmarsh della McLaren ironizza: «Lewis e Felipe sembrano essere attratti l’un l’altro, e alla fine entrambi finiscono per rimetterci». I due piloti invece non hanno voluto commentare a caldo l’incidente né la decisione.
Poi Massa ha rilasciato dichiarazioni in cui dice di non comprendere il motivo della penalizzazione: «Ero davanti, nella parte con più grip e lui non mi era di fianco a sinistra. Infatti mi ha toccato sulla ruota posteriore. Sapevo che era lì, ma essendogli davanti, perché dovevo essere io a lasciarlo passare? Fossimo stati a fianco, ruota a ruota, non avrei semplicemente potuto girare. Se sia un fatto personale? Chiedetelo a lui: in tutti gli incidenti fra noi è stato lui a toccarmi... Io non ho fatto nulla di sbagliato».

Il nostro parere è che non si tratta di un tamponamento con chiare colpe di una delle parti, ma di una di quelle situazioni ambigue che vanno definite come “incidente di gara”, ovvero una collisione dovuta alla estrema combattività dei due, a un eccesso di agonismo e a un duello alla pari (anche come posizione in curva) che come tale non è giusto punire. Una volta questi duelli a volte conclusi con urti facevano parte dello spettacolo delle corse e della natura stessa dei piloti che non devono arrendersi mai. Adesso invece, in nome della tolleranza zero, la Fia vuole a tutti i costi punire sempre qualcuno, mortificando anche in questo modo i protagonisti.

Entrambi hanno ragioni e scusanti. Massa era sicuramente davanti - anche se di un pizzico - quando ha impostato la traiettoria e perciò aveva il diritto di farlo; nello stesso modo è anche colpevole perché non doveva lasciare spazio a Hamilton di infilarsi e proteggere invece l’interno. Da parte sua Hamilton una volta iniziata la manovra non poteva certo scomparire per evitare la collisione. Nello stesso tempo l’inglese è stato troppo ottimista a pensare di poter concludere la manovra con successo: doveva anche lui aspettarsi che il ferrarista alla fine chiudesse la traiettoria per percorrere la curva. Massa allo stesso tempo doveva immaginare che Hamilton fosse ormai lì e avrebbe dovuto chiuderlo prima: una volta che gli ha lasciato la porta aperta e gli ha permesso di affiancarlo, doveva immaginare che Hamilton non avrebbe mollato e in una eventuale collisione ci avrebbe rimesso di più lui che era all’esterno che non l’inglese.
È il tipico incidente da fifty-fifty: responsabilità di entrambi. Perciò da non punire.


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