Leggendo la classifica del Gran Premio d’Europa a Valencia c’è una linea, neanche tanto immaginaria, che delimita in modo netto i piloti a pieni giri dai doppiati. Solo sette hanno concluso la corsa coprendo i 57 giri in programma, ma Nico Rosberg si è salvato solo per un soffio dall’onta del doppiaggio. è la seconda volta quest’anno che si verifica una demarcazione così netta, era già accaduto a Barcellona dove solo quattro monoposto avevano terminato la gara a pieni giri.
A Valencia il ritmo imposto dai top-team è stato simile a quello di una categoria superiore, e l’immagine di Alonso che a metà gara si ritrova di colpo davanti la monoposto di Jarno Trulli prima della frenata della curva 25, è stata più che mai esplicativa. Lo spagnolo della Ferrari ha mandato a quel paese l’italiano, ma nessuno in quel frangente ha commesso errori, visto che Trulli faceva la sua corsa cercando di non creare problemi a chi lo stava doppiando.
La realtà è che oggi i campionati in pista sono tre. Quello dei “top” tra Red Bull, Ferrari e McLaren, e dove qualche volta si affacciano Mercedes e Renault; quello più numeroso di metà classifica, e quello di coda, dove il team Lotus ha ampio margine sulla Virgin e sulla Hispania ma non riesce ancora ad agganciare il gruppone che la precede. Le differenze arrivano ad essere nell’ordine dei 6-7 secondi, e nella gara di domenica a tratti è sembrato di vedere in pista tre o quattro Hispania con il povero Karthikeyan impegnato più a non ostacolare i “big” che a pensare di abbassare il suo tempo.