Sarà l'edizione più "tattica" del
Gp a Montecarlo degli ultimi anni: ma a parte le diverse
strategie, sta di fatto che il
risultato delle qualifiche vede il pilota con la vettura più veloce partire davanti a tutti. Per cui, se
Button non lo sopravanza al via (cosa rara), se
Webber non lo impegna (ma ha tempo solo fino alla prima curva) o se
Alonso non compie un altro miracolo come a Barcellona, Sebastian
Vettel ha la strada spianata per il suo primo successo sulla classicissima monegasca.
Dove si prevede che qualcuno tenterà la carta della
sosta singola per non ritrovarsi nel traffico, mentre la strategia "standard" prevede di partire con la
super-soft, cambiarla dopo una dozzina di giri e spezzare il resto della gara in due tronconi, usando le gomme
soft. La differenza fra le due mescole è di circa 1,4 secondi al giro, ma la più morbida è essenzialmente
gomma da qualifica e non può essere 'tirata' oltre un certo limite. Probabile che la
Ferrari ne usi un solo set, anche se nella Q1 stavolta
Alonso e
Massa erano riusciti a fare il tempo solo con le "soft". Di queste ultime,
Fernando ha due treni nuovi: ma il potenziale di utilizzo dipenderà dalle
soste ai box in funzione del
traffico.
La
Ferrari può recriminare per la
bandiera rossa, ma anche dirsi fortunata perché
Hamilton (ritenuto il
favorito per la pole da
Alonso) ha subìto guai peggiori dall'interruzione, non andando oltre il
settimo tempo (che oltretutto gli è stato poi
annullato per salto di chicane: partirà decimo). La strategia della Rossa era di compiere due sequenze di giri veloci, senza rifornire, per avere più opportunità di fare un tempo specie con problemi di traffico. Contando anche i giri di uscita e rientro si ha un totale di 8 passaggi; quindi un
carico di benzina iniziale che ha fatto perdere almeno 3 decimi, senza che nel finale si potessero sfruttare i benefici della tattica. Ma, come ha ammesso
Alonso,
"i tempi record della Red Bull erano irraggiungibili anche per la migliore 150° Italia vista finora".