Ferrari e l’incognita gomme

Ferrari e l’incognita gomme

3 mag 2011

Si parla tanto di aerodinamica per le speranze di riscatto Ferrari. Ma il Gran Premio di Turchia di domenica prossima con una minaccia che per la monoposto della scuderia modenese è una prova d’esame: l’usura delle gomme. È la pista della famosa curva 8, una piega a sinistra lunghissima - in realtà ha quattro apici - che è sicuramente la più caratteristica del tracciato e una delle più famose al mondo. Con una velocità di percorrenza che arriva a 260 km/h e un’accelerazione laterale di 5 g, lo stress sulle gomme, in particolare l’anteriore sinistra, è micidiale.

Inizialmente, la Pirelli aveva addirittura considerato l’utilizzo di una mescola speciale, una “super hard”, per resistere alle sollecitazioni. Poi si è preferito mantenere le specifiche usate finora, ossia la hard (contraddistinta dalle scritte argentate, prossimamente più visibili) e la soft, con marcature gialle. Quest’ultima costituisce la “option”, praticamente indispensabile in qualifica.

Ma in gara?
La fantastica rimonta di Mark Webber al Gran Premio della Cina – ha concluso terzo partendo 18esimo – ha indotto alcune squadre a ripensare le strategie di pneumatici per il fine settimana In pratica, l’idea sarebbe quella di sacrificare la qualifica, utilizzando un treno di pneumatici soft in meno, per poi averli a disposizione in gara. La maggiore facilità nei sorpassi dovuta all’ala mobile e al degrado delle gomme farebbe il resto. 

La Ferrari è in grado di approfittare di una strategia simile? Finora, Alonso e Massa hanno sempre avuto bisogno delle “soft” per arrivare indenni all’ultima fase di qualifica; ma ce l’hanno sempre fatta, a differenza ad esempio delle Mercedes e delle Renault. Il luogo comune da sfatare, però, è quello di una Rossa “gentile” con le gomme. Poteva essere vero tre anni fa: ma la gara di Shanghai, con la strategia a due soste, ha mostrato che la Ferrari 150 soffre quanto e anche più delle avversarie il degrado prestazionale delle sue coperture.

Anzi, il problema si era evidenziato già nella seconda sessione di test invernali a Jerez. Ed è una conseguenza diretta di un carico aerodinamico carente e “sbilanciato”. Con poca aderenza sull’anteriore, tocca alle gomme fare tutto il lavoro. Una caratteristica che non depone certo a favore della competitività Ferrari su una pista che, invece, premia il carico all’avantreno, che si traduce in migliore inserimento.

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