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Oliver Solberg, un "doppio" figlio d'arte: e ha fatto meglio pure di papà!

Con il Rally Estonia, la dinastia dei figli da corsa vincenti si è arricchita con Oliver Solberg, figlio di Petter e Pernilla Walfridsson, anche lei pilota: solo Rovanpera e Latvala meglio di lui
Oliver Solberg, un "doppio" figlio d'arte: e ha fatto meglio pure di papà!

Quando ha vinto la prima speciale, si è commosso fino alle lacrime, perché non se lo aspettava proprio. Quando invece ha avuto la certezza di aver vinto il Rally Estonia 2025, prima che la commozione prendesse il sopravvento ha potuto lasciare un po' di spazio alla gioia. Ha esultato, consapevole di aver firmato qualcosa che può cambiare una carriera: Oliver Solberg è un pilota in grado di vincere una prova del Mondiale Rally. 

Due volte figlio d'arte!

Ci ha provato, ad evitare il destino: da piccolo ha provato a giocare a calcio e, come ogni buon scandinavo, si è cimentato nell'hockey su ghiaccio. Ma poi ha provato il crosskarting e tutto il resto è stato naturale: non poteva essere altrimenti per chi è figlio di due piloti che hanno partecipato al WRC.

Perché che Oliver Solberg sia figlio di Petter, campione del mondo WRC 2003, lo sanno in tanti; in meno però ricordano mamma Pernilla Walfridsson, pilota anche lei con 14 partecipazioni al Mondiale Rally e oggi Presidente della Commissione FIA WRC. Dei genitori, oltre che la passione per i controsterzi, Oliver mantiene anche i legami con le terre natie: è svedese come mamma Pernilla, ma ha passaporto norvegese come papà Petter.

Più precoce di papà

Il suo debutto con la Toyota Yaris Rally1 è stato un debutto da sogno, nonché inaspettatamente vincente. Finora Oliver, vice campione del WRC-2 nel 2024, non era mai neanche andato a podio e lo straordinario risultato di domenica ha preso in controtempo tutti, anche la famiglia. Con una considerazione: che vincendo il suo primo rally qualche mese prima di compiere 24 anni (li compirà il prossimo 23 settembre), non solo Oliver è il terzo più giovane di sempre a vincere un rally dopo Rovanpera e Latvala, ma ha fatto meglio anche di papà Petter, che aveva dovuto attendere quasi i 28 anni: quasi perché il rally di Gran Bretagna terminò il giorno 17 novembre, mentre Petter i 28 anni li compiva il giorno successivo. I rally, appunto, erano nel destino: mentre Oliver nasceva, Petter era impegnato al Rally Nuova Zelanda 2001.

Petter Solberg: se non ci fosse stato Loeb...

Non resta ora che augurare ad Oliver una carriera bella almeno quanto quella di papà. Perché Petter è stato indubbiamente un asso, campione del mondo WRC 2003 e poi due volte campione nel Rallycross, la sua seconda vita agonistica, nel biennio 2014-15. La carriera di Solberg senior è indiscutibilmente legata alla Subaru, di cui fu pilota titolare: dopo il primo titolo di vice campione nel 2002, vinse il Mondiale 2003 e poi chiuse con altri due secondi posti nelle due annate successive. La sua sfortuna, come quella di tanti altri campioni dei rally, è stata quella di ritrovarsi nella propria maturità agonistica alle prese con un fenomeno come Sebastien Loeb: Petter Solberg fu infatti l'ultimo ad aggiudicarsi un mondiale (proprio contro l'alsaziano, all'epoca giovane emergente) prima del filotto del Cannibale. Al WRC scelse di non rinunciare dopo l'addio della Subaru, correndo da privato: dopo il 2012 si è fatto rivedere nel WRC appena due volte (ha disputato il Rally Spagna 2018 ed il Rally Galles 2019, andando a punti in quest'ultimo), prima di dire definitivamente addio alla corse dopo il felice passaggio, già menzionato, nel Rallycross.

Mamma Pernilla invece si è tolta la soddisfazione di correre in 14 rally mondiali, traguardo non da poco per una donna in un mondo strettamente maschile. Ora, insieme a Petter, si cullano il frutto del loro amore: la saga dei Solberg è pronta ad altri capitoli.

 

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