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10 set 2025
McLaren è da sempre stata una scuderia capace di scrivere pagine leggendarie della Formula 1, spesso attraverso rivalità interne incandescenti. Negli anni ’80 e 2000, le sfide tra compagni di squadra incendiavano i circuiti e alimentavano la passione dei tifosi. Oggi, nel 2025, il volto del team è radicalmente cambiato: non più scontri “in famiglia”, ma una disciplina ferrea che privilegia il successo collettivo.
La rivalità tra Ayrton Senna e Alain Prost esplose in McLaren con una “violenza sportiva” senza precedenti.
Il Gran Premio di San Marino 1989 a Imola fu il punto di rottura. Alla vigilia della gara, i due compagni di squadra avevano stretto un patto d’onore: chi avesse preso la testa alla prima curva, non sarebbe stato attaccato dall’altro nella fase iniziale.
Al via, Prost scattò meglio, ma al primo restart (dopo un incidente al via) Senna prese la leadership e passò Prost alla Tosa.
Prost si sentì tradito e accusò il brasiliano. Da quel giorno, il rapporto si spezzò: da compagni di squadra divennero nemici giurati.
Arrivati a Suzuka, penultimo GP, Prost guidava il mondiale con 76 punti, Senna lo inseguiva a 60. Senna avrebbe dovuto vincere per tenere aperto il campionato.
Prost scattò meglio al via e prese la testa. Senna lo tallonò per tutta la gara.
Al giro 47, Senna tentò l’attacco alla chicane. Prost chiuse brutalmente la porta e i due si toccarono, finendo entrambi fuori pista.
Prost spense la macchina e si ritirò. Senna invece chiese ai commissari di spingerlo, ripartì tagliando la chicane, rientrò e vinse la gara in pista.
Alla fine della gara, la FIA squalificò Senna per aver tagliato la chicane e per la ripartenza irregolare. Prost vinse così il mondiale tra le polemiche.
L’anno dopo, sempre in Giappone, Senna si vendicò buttando fuori Prost alla prima curva, sigillando il suo mondiale in modo controverso.
Era rivalità pura: due titani pronti a sacrificare tutto, persino la lealtà interna, per dimostrare chi fosse il migliore.
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