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McLaren, Stella, Piastri, Norris: chiamatelo il "Loyalty Club"

Magari non è esattamente quello che vorrebbero vedere gli appassionati, ma un plauso a come viene gestita questa McLaren va fatto: perché non si erano praticamente mai vista una lotta iridata, tra due piloti dello stesso team, così improntata all'alleanza ed alla lealtà
McLaren, Stella, Piastri, Norris: chiamatelo il "Loyalty Club"
© Getty Images

Lando Norris che dà l'ok per far fermare prima Oscar Piastri, "a patto che non mi faccia undercut"; Piastri che si ferma prima, il team che sbaglia con Norris e che, allora, si adopera subito per riparare l'errore. Nessuna complicazione: Oscar ascolta ed esegue, senza fiatare. Sembrano scene di ordinaria amministrazione, sono in realtà episodi di straordinaria unicità: perché in ballo c'è un mondiale, ma da gesti e parole sembra che sia solo una cosa che resta sullo sfondo. Arriveranno mai "alle mani", Oscar Piastri e Lando Norris?

Il team non vuole essere una variabile

Innanzitutto, chiariamo che non esiste un giusto e uno sbagliato. Chi comanda, è giusto che gestisca il team come meglio crede: e Andrea Stella e Zak Brown sono convinti che sia proprio questo, il modo giusto di farlo. "La McLaren prima di tutto", hanno sempre detto. Lo stanno dimostrando con i fatti: magari Oscar e Lando non saranno le due personalità più scomode del paddock, ma va da sé che la squadra che è venuta su è un gioiellino di lealtà. Può piacere o no, ma occhio a sottovalutare la portata di tutto ciò: significa che al di là della bonaria apparenza, Andrea Stella ha costruito un team su una autorevolezza tale che nessuno si azzarda a disubbidire. Non è facile creare un'armonia del genere: anzi, tutto il contrario. E' complicato, per non dire impossibile, costruire una squadra in cui nessuno si sogna di fare di testa sua. In tutto ciò, si nota pure come il team, forte della sua superiorità, abbia di fatto deciso di non essere una variabile: tutto va nella direzione di far fare un passo indietro alla scuderia, sotto tutte le variabili, per lasciare ai due piloti tutto lo spazio per lottare. In caso di guasto tecnico, come a Zandvoort, ci si può fare poco; in caso contrario, il team è disposto a ristabilire l'equilibrio se è stato lui a romperlo.

Una sconfitta che non spaventa

Si dovrebbe parlare della prima sconfitta della McLaren dopo cinque gare, si parla invece tanto dell'episodio tra Norris e Piastri. Beh, in realtà è giusto parlare di questa MCL39 per una volta attaccabile nonché battibile, proprio come accaduto a Monza. Andrea Stella è stato costretto a rimandare, ancora, la sua prima vittoria "in casa" da team principal: a capo del team di Woking ha corso tre volte ad Imola e tre volte a Monza, ma non ha mai portato a casa una tappa sul suolo italiano. Sarà un obiettivo dell'anno prossimo, mentre per quest'anno a Woking incassano la quarta "sconfitta" in 16 GP: numero comunque irrisorio, se si pensa che doveva essere una stagione sull'altare dell'equilibrio tecnico. E invece questa MCL39, pur non volando in Brianza, continua a volare in classifica: +397 in campionato. Certo, a Woking non staranno con le mani in mano e si chiederanno il perché di una domenica meno semplice del solito: la vettura non è al vertice su un tipo di pista che estremizza le velocità di punta, e potrà non essere al top tra Baku e Las Vegas; tuttavia, ha ancora una volta dimostrato di saper sfruttare tanto carico e questo sarà sempre un vantaggio. Dove mancano tante curve, specie quelle da media percorrenza, la MCL39 diventa più "umana": ma al "Loyalty Club", non è scattato nessun allarme. Il titolo è affar loro, e lo sanno: si può lottare con stile very british

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