Il lessico è vicino a quello legale, sebbene il caso Horner, come è stata battezzata la vicenda che ha visto il team principal Red Bull protagonista, sia stato gestito attraverso una indagine interna al Gruppo austro-thailandese e ricorrendo a un esperto esterno, indipendente. L’esito: non colpevole, sintetizzando. Già tuttavia, nella posizione espressa da un portavoce Red Bull manca la specifica sul fatto. Un Horner scagionato dalle accuse perché le stesse infondate? Perché sono fatti ritenuti non meritevoli di un intervento? Ecco, com’era inevitabile restano gli interrogativi di una vicenda che non ha fatto piena luce sui fatti. Restano un contenuto “confidenziale”.

Horner resta team principal

Oltre l’annuncio di un Christian Horner che resterà al proprio posto, al vertice di Red Bull Racing, così da poter parlare solo di sport, nel weekend del GP del Bahrain, non c’è molto altro nella nota diffusa. Se non, forse, l’assenza della trasparenza tanto garantita.

“L’indagine indipendente sulle accuse mosse contro il signor Horner è stata completata e Red Bull può confermare che il reclamo è stato archiviato. La querelante ha diritto di ricorrere in appello. Il report sull’indagine è confidenziale e contiene informazioni private relative alle parti e a terzi che hanno contribuito all’indagine, perciò non commenteremo ulteriormente in rispetto di tutte le parti coinvolte. Red Bull continuerà l’impegno per raggiungere i più alti standard sul posto di lavoro. Red Bull è fiduciosa che l’indagine sia stata equa, rigorosa e imparziale”, si legge nella nota ufficiale del team di Milton Keynes. Christian Horner è e sarà il team principal della Red Bull per tutto il Mondiale di F1 2024 e anche oltre. Cade così la denuncia per "comportamenti inappropriati" nei confronti di una dipendente che ha provocato un vero e proprio terremoto nel team di Milton Keynes.