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Caro Lando, lo Squalo sta arrivando!

© Getty Images

Comunque vada ad Abu Dhabi, la Formula Uno è la vera vincente del mondiale 2025, perché finalmente l’Uomo esce valorizzato rispetto alla macchina, al termine di un campionato di ventiquattro Gp e sei sprint.

Che vinca il titolo Norris, che vinca Piastri o che rivinca Max, un dato è certo. È stato ed è un campionato bellissimo, spiazzante, sostanzialmente equilibrato e appassionante, col fattore umano determinante per l’iride Piloti. Nel bene e nel male.

Dominio arancione, numeri che parlano da soli

Sopra tutto e tutti, una monoposto: la McLaren. Perfetta per la Formula Uno di oggi, capace di far lavorare alla perfezione le gomme, gentile sulle mescole quanto ovunque attaccata a terra (ehm, a Las Vegas pure troppo). Magari non il massimo in certe condizioni anomale o estreme, ma mediamente e di netto la vettura in grado di chiudere il mondiale Costruttori con oltre due mesi di vantaggio, a Singapore, il 5 ottobre, facendo suo il decimo scudetto con sei Gp lunghi d’anticipo e tre sprint: praticamente un’eternità. Nove corse in tutto, sei lunghe e tre brevi, disputate sapendo che l’Arancia Meccanica era già iridata.

Il che dimostra una cosa semplicissima: la superiorità prestazionale e l’efficacia complessiva della MCL39 rispetto alla Red Bull RB21 sono schiaccianti, ora con 14 vittorie a 7 e 800 punti contro 426, quindi con un duplice doppiaggio aritmetico e non certo perché in casa RBR corrono di fatto con un pilota solo. Eh, no. Il punto è un altro, perché è vero esattamente il contrario: Max da solo ne vale due e conta per doppio. Anche perché il Gp e tutto il weekend del Qatar spiegano alcune cose finalmente chiare e incontrovertibili.

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