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Quando l'età conta: Raikkonen vs Schumacher

Il ritorno di Kimi Raikkonen in Formula 1 al volante della Lotus Renault pone parecchi interrogativi, ma quando se ne parla lui taglia corto: «Sono parecchio motivato e non credo proprio di essere meno veloce di un tempo. Se avrò difficoltà con le monoposto differenti da quelle che guidavo? A parte che nel 2012 i regolamenti cambieranno anche per gli altri e potrebbero esserci differenze di guida maggiori di quanto si possa pensare - e questo potrebbe scuotere l'ordine delle forze in campo, favorendomi - devo dire che quando ho cominciato con i rally o ho provato a correre in Nascar ho avuto molte più cose nuove da imparare. Invece con la F.1 mi sento come se stessi tornando a casa e non vedo l'ora di riprendere il volante».

A 32 anni si pone però un’ulteriore questione: non sarà troppo avanti con l'età per competere con certi "ragazzini terribili", a partire da Vettel?
Certamente non siamo ai quasi 43 anni di Michael Schumacher - un vero record, oggidì - ma qualche dubbio viene ugualmente.
Al riguardo si è espresso così Aki Hintsa, connazionale e amico di Raikkonen oltre che medico McLaren: «Kimi è fisicamente forte come non mai. Tornare in Formula 1 sarà certamente più facile per lui di quanto non lo sia stato per Schumacher. Non solo è più giovane - e nello sport di alto livello dieci anni sono una differenza decisiva - ma oltretutto in questi due anni non è stato fermo, ha corso in una categoria molto esigente e difficile», dice riferendosi al Mondiale Rally. «Mentre quando un atleta passa i quarant'anni - e qui si parla ovviamente di Schumi - i riflessi cominciano a rallentare per natura, e non c'è niente da fare. Non si può far tornare indietro il tempo».

A rincarare la dose sull'età di Schumacher, casualmente proprio in questo stesso periodo, c'è pure Hainz-Harald Frentzen. Il tedesco ritiratosi dalla F.1 nel 2003, ha ora a 44 anni e ha commentato così in un'intervista: «Quando invecchi tendi ad esitare, diventi incerto se spingere i meno, e anche sui rischi da prendere. A questo livello di competizione significa perdere preziosi e decisivi decimi di secondo. Credo che ora Michael sia in questa fase della sua carriera».