Il fine settimana olandese di Charles Leclerc è stato tutt’altro che semplice. Il monegasco, che non ha mai nascosto il suo amore per la Scuderia di Maranello, ha visto la sua gara interrompersi bruscamente al giro 53, costretto a parcheggiare la SF-25 dopo un contatto in curva 3 con Kimi Antonelli. Per la Ferrari, il bilancio è stato pesante: doppio ritiro e tanta amarezza. Eppure, tra le pieghe di un risultato negativo, resta un momento che merita di essere ricordato, forse più di quanto non sia stato fatto nelle ore successive alla bandiera a scacchi.
La voce fuori dal coro
Tra le tante analisi della gara, una in particolare ha catturato l’attenzione. Non si tratta di un tecnico, né di un ex pilota, ma di un personaggio che da anni racconta il motorsport con ironia e provocazione: Jeremy Clarkson. Volto iconico di “Top Gear”, giornalista e commentatore dal piglio diretto, Clarkson non è nuovo a battute che colpiscono nel segno. E stavolta non ha fatto eccezione, andando dritto al punto senza fronzoli e centrando l’essenza di ciò che i tifosi avevano appena visto.
Il sorpasso che ha acceso Zandvoort
Il momento clou arriva in curva 12, quando Leclerc si getta all’interno e infila Russell con una manovra da fiato sospeso. Un sorpasso coraggioso, che ha fatto sobbalzare i ferraristi sul divano e messo i brividi ai tifosi Mercedes. Non sono mancate le discussioni: contatto leggero, posizione da valutare, polemiche inevitabili. Ma il gesto tecnico, per aggressività e precisione, resta un capolavoro, degno di essere raccontato.
Clarkson celebra lo spirito racing
A fugare ogni dubbio ci ha pensato Clarkson, con un post breve ma incisivo su X. “Leclerc. Questa sì che è correre”, ha scritto, interpretando in poche parole l’entusiasmo di tanti appassionati. Non basta: l’ex volto di “Top Gear” ha aggiunto un paragone che ha fatto sorridere e sognare i tifosi Ferrari. “IL sorpasso. Esatto. Quello era Gilles allo stato puro. Davvero forte”. Un accostamento pesante, che richiama alla memoria la leggenda di Gilles Villeneuve e sottolinea come la mossa di Leclerc non sia stata soltanto efficace, ma anche piena di quello spirito combattivo che sta diventando sempre più raro nella Formula 1 moderna.