L’approccio è quello giusto, carico, nonostante arrivi da un errore insolito perché di guida, a Zandvoort, e il ritiro. Lewis Hamilton vive il suo primo GP d’Italia a Monza da ferrarista, in un blu delle tute che rimanda a uno dei momenti più alti della storia del Cavallino rampante: il titolo di Niki Lauda vinto nel 1975.
Lauda è un ideale elemento di unione tra l’esperienza Mercedes e quella in Ferrari di Hamilton, che nel giovedì di Monza ricorda: “Ho ancora tantissimo affetto per Niki, però fu più Ross (Brawn; n.d.r.) a convincermi a passare in Mercedes che non Niki, quando parlammo in cucina e mi disse cosa stavano facendo: Niki ebbe comunque un ruolo.
Cosa direbbe Lauda: un gesto
Avevamo un rapporto fantastico, quando sono entrato in Ferrari, però, non ho pensato al fatto che vi avesse corso Niki, sono entrato ricordando Michael, ero un grande tifoso del team e vedevo la reazione del pubblico, la passione al di là della posizione dei piloti. Volevo provare cosa volesse dire viverlo in prima persona.
Ora che sono in squadra, sto imparando sempre più della sua storia: ho potuto celebrare Niki alla Mercedes, ora arrivare in Ferrari e avere la possibilità di celebrarlo è molto bello.
La sua eredità continua a vivere e sento in un angolo della mente quello che mi direbbe. Quando non andavo bene in Mercedes mi faceva il gesto dei soldi, diceva una parolaccia… era un grande combattente”. Gesti facilmente traducibili nel rapporto ingaggio-risultati.
Una stagione di (molti) alti e bassi inattesi
Quelli che finora sono mancati in Ferrari, per mille dettagli: dall’adattamento al modo di operare della squadra ai punti critici della SF-25. Dalle regolazioni di assetto e la fiducia in macchina a una direzione diversa che la squadra dovrà prendere nel 2026. Una stagione difficile, “è stata una corsa sulle montagne russe. Se mi aspettavo che fosse con così tanti alti e bassi? No, ma la vita va così”, riconosce Lewis.
“Mi piacerebbe pensare che, anche se arriviamo da una domenica difficile, iniziamo a vedere la luce alla fine del tunnel. Mi sono detto come sia inutile stressarmi sul domani gettando ombre sul presente: voglio pensare al presente e godermi ogni momento, questa prima metà stagione è passata in fretta e abbiamo una lunga strada da percorrere insieme. Non voglio perdermi nessuno dei momenti speciali, come ieri. Domani sarà speciale alla prima uscita dai box, come anche l’arrivo in pista ricordando quando seguivo Michael vincere qui. Voglio dare tutto ai tifosi e ottenere il miglior risultato per il sostegno che mi stanno dando, mai visto prima”.
Il peso della penalità
Le ambizioni sul Gran Premio di domenica passano anche dalla penalità rimediata a Zandvoort, 5 posizioni di arretramento in griglia decise dai commissari: “Le decisioni della scorsa gara mi hanno scioccato, sono arrivato a casa, sono atterrato e ho scoperto della penalità. È andata com’è andata, ho alzato il piede come dicono i commissari ma non abbastanza secondo loro, per questo penso di aver ricevuto la penalità. Credo sia un po’ severo.
Sarà una sfida in questo week end, arrivare nel Q3 sarà dura e nei primi 5 ancora di più. Ricevere una penalità di 5 posizioni non è ideale quando devi correre la prima gara a Monza con la Ferrari, ho una grande motivazione a rimontare”.
Una Ferrari competitiva domenica?
La Rossa è andata forte un anno fa e le prestazioni sui tratti più veloci di Spa sono a supporto di un buon risultato domenica, che vorrebbe dire trovarsi almeno sul podio, dietro alle McLaren. Con un occhio puntato a quel che faranno Norris e Piastri, con il primo che deve recuperare molti punti dopo il ritiro olandese.
E’ cauto Lewis nel lanciarsi in un pronostico: “Non so come andrà, sono appena arrivato per certi versi e ogni week end per me è nuovo, l’approccio è diverso alle esperienze precedenti, l’assetto è diverso. La Ferrari in generale è sempre andata molto bene qui, l’hanno scorso vinse con una grande strategia e prestazione di Charles. Stiamo imparando di gara in gara e sono curioso di scoprire come andremo, dall’ultimo week end ci sono tanti aspetti positivi da portare con noi”.
La scia in qualifica
Poi, parlando di uno dei temi che spesso hanno caratterizzato le qualifiche a Monza, si è detto disponibile se fosse necessario a dare la scia a Leclerc. Una strategia complessa da attuare alla perfezione. “Non abbiamo parlato di scie, so che la Ferrari molti anni fa lo faceva, ricordo che Kimi e Felipe lo facevano spesso.
Può dare dei benefici, in passato ho sempre pensato che ci fossero più rischi e spesso un pilota fosse da sacrificare perché tutto riuscisse. Non ne abbiamo discusso, se io avessi il passo per andare in pole e dovessi aiutare Charles sarei disponibile”.