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L'ora più buia

© Getty Images

Baku. Scivolone azero. Un passo falso inatteso, una caduta che fa male, soprattutto perché arrivata su un tracciato dove la tra
dizione era positiva e lasciava spazio per un’inversione di tendenza dopo le ultime deludenti uscite. L’ottavo ed il nono finale di Lewis Hamilton e Charles Leclerc, invece, riportano il Cavallino a terra, al termine di un fine settimana nel quale non c’è nulla da salvare e che fa precipitare la squadra di Maranello al terzo posto nella classifica riservata ai Costruttori.

Certo, le condizioni meteo estreme proposte dal tracciato azero nel corso delle qualifiche hanno indotto molti piloti all’errore e determinato uno schieramento di partenza anomalo, ma sulla pista sulla quale la McLaren è caduta e Red Bull e Mercedes hanno trovato il riscatto, la Scuderia Ferrari ha steccato malamente, buttato alle ortiche un’occasione per approfittare della flessione della squadra di Woking ed ora si ritrova con una Red Bull in forte ascesa alle sue spalle, con il rischio di scivolare al quarto posto e concludere la stagione senza vittorie e senza raggiungere nessuno degli obiettivi posti.

Il momento è decisamente critico, serve sollevarsi da questa fase di stallo e uscire dalle sabbie mobili. Importante sarà lasciarsi alle spalle il disastro azero velocemente e ritrovare l’energia smarrita tra due settimane a Singapore, un altro tracciato cittadino dove Carlos Sainz, grande protagonista del fine settimana a Baku, regalò al Cavallino un esaltante successo nel 2023, l’unico non targato Red Bull, il secondo in carriera dei quattro conquistati dal trentunenne madrileno che ha lasciato il segno a Maranello.

Qualifica lunatica

Il miglior tempo al termine della giornata di venerdì segnato da Lewis Hamilton davanti a Charles Leclerc aveva illuso, alzato le aspettative, fatto balenare l’idea che la prima vittoria stagionale fosse possibile, nonostante la delusione di Monza avesse schiarito le idee sul fatto che non ci sono piste sulle quali le SF-25 godono di un qualche vantaggio nei confronti delle dirette rivali. Ma il circuito cittadino azero è qualcosa di speciale, fatto di lunghi rettilinei, curve a novanta gradi ed un coefficiente tecnico che non trova eguali e che in passato ha contribuito ad esaltare le doti e nascondere i difetti delle monoposto del Cavallino. La Scuderia Ferrari arrivava in suolo azero con una tradizione a dir poco curiosa, fatta nelle ultime quattro edizioni di altrettante pole position e giri veloci, ma con zero vittorie all’attivo.

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