Il capitolo Formula 1 si chiude per Yuki Tsunoda sotto la bandiera a scacchi di Abu Dhabi. Dopo cinque stagioni intense, il giapponese lascia la massima categoria: una decisione arrivata quasi a sorpresa tra il weekend del Qatar e quello di Yas Marina, sorpresa anche per lui.
Dal 2026 il suo sedile passa a Isack Hadjar, il rookie che ha convinto Red Bull a puntare forte su di lui. E in Racing Bulls, il posto lasciato libero dal franco-algerino verrà occupato dal giovanissimo Arvid Lindblad, nuovo investimento del vivaio che a Milton Keynes vogliono far crescere in fretta.
Un’ultima gara tra luci, ombre e penalità
L’addio di Tsunoda alla F1 è passato da un Gran Premio di Abu Dhabi molto più movimentato di quanto avrebbe voluto. La Q3 centrata - impresa tutt’altro che scontata nel suo 2025 - gli ha messo addosso un compito chiaro: aiutare il compagno nella lotta al titolo. Il momento della verità è arrivato nel duello con Lando Norris, da rallentare il più possibile per favorire la strategia del team.
Yuki ci ha provato, magari con troppa foga: due onde in rettilineo che i commissari hanno bollato come pericolose. Norris lo ha sfilato all’esterno senza troppi complimenti e i cinque secondi di penalità assegnati a Tsunoda hanno spento ogni chance di punti. Il giapponese ha chiuso 14°, un finale amaro per il suo percorso in Formula 1. "Ho davvero dato tutto per segnare punti" ha raccontato dopo la gara. "La strategia stava funzionando, ma contro Norris non c’era molto da fare. La penalità poi ha reso tutto ancora più difficile".
Il lato umano: tra meccanici, notti insonni e qualche risata
Nonostante l’epilogo difficile, Tsunoda parla con affetto della sua esperienza in Red Bull. In particolare dei meccanici, con cui ha costruito un rapporto forte e diretto: "Mi sono divertito molto, il supporto è stato fenomenale. Forse in certi momenti mi hanno odiato, tipo quando rivoluzionavo l’assetto tra FP3 e qualifica", ha scherzato. Poi aggiunge: "Gliel’ho detto ieri: almeno li ho addestrati bene. Sono svegli. Penso che in fondo mi abbiano apprezzato".
Bilancio finale: errori, crescita e una lezione da Verstappen
Nel tirare le somme, Tsunoda non nasconde nulla: errori, imprecisioni, sfortuna, ma anche tanta determinazione. "Non ho mai avuto una gara semplice, però ho sempre dato tutto. Credo di aver dimostrato di cosa sono capace". C’è però un aspetto della sua stagione positivo e negativo allo stesso tempo: aver lavorato accanto a Max Verstappen. "È il miglior pilota in griglia. Vederlo lavorare, vedere quanto cura ogni dettaglio, capisci subito perché è dove è. È stato davvero stimolante".