Primo anno apprendere, secondo anno attaccare, terzo anno fare risultato: queste le tappe logiche della crescita di ogni pilota, prese non come sacre tavole della legge ma come vago riferimento per valutare i giovani protagonisti. Nel caso di Andrea Kimi Antonelli, in questa stagione rookie a tutti gli effetti, il terzo anno di attività (2027) potrebbe anche essere vissuto senza Russell al fianco: perché George non sarà stato rinnovato o magari perché se ne sarà andato lui, nessuno può dirlo oggi.
L'inglese ha riferito a The Telegraph: "Nel nostro accordo c'è una clausola specifica per cui, se raggiungerò un certo obiettivo, rinnoveremo automaticamente per il 2027. Il posto è dunque nelle mie mani. Non ci sarà più la situazione vista negli scorsi mesi: non voglio entrare nei dettagli, ma se sono competitivo resterò al cento per cento".
Se verrà ragigunto "un certo obiettivo" sarà stato bravo lui, ma sarà certamente anche la nuova macchina ad avere avuto qualche qualità speciale: dietro questa apparente banalità gioca a nascondino l'intero mercato per il Mondiale 2027, un effeto domino che potrebbe essere scatenato da Verstappen diretto verso Aston Martin o Mercedes ma anche - nessuno può dirlo oggi - da Leclerc o da Russell stesso. Ecco che, senza voler entrare nel reticolo delle ipotesi, Antonelli nella stagione della maturità potrebbe ritrovarsi senza George al fianco.
Antonelli detto Kimi, detto Andrea, detto Topo, detto AKA nel 2027 sarà ancora in Mercedes, giacchè Toto Wolff lo ha portato in Formula Uno con un accordo che prevede tre anni di impiego da titolare salvo complicazioni, oggi non alle viste. Il ragazzo sta conoscendo una prima stagione farraginosa: si è stressato nel corso della fase europea per i molti impegni (strapazzato oltre misura a Imola) e per risultati che alla fine la squadra ha preteso, un po' dimenticando i tempi di formazione di un giovanissimo. Si è sciolto davvero per la prima volto solo due domeniche fa a Città del Messico. Ha scoperto cosa si prova in Formula Uno a chiudere la gara davanti al compagno di squadra (Russell conduceva per 19-0), ma soprattutto come si alza la voce e ci si fa sentire al muretto.
Leggi l'articolo completo sul numero 44 di Autosprint in edicola oppure clicca qui per accedere alla versione digitale.